Arrecife: l’accogliente capitale di Lanzarote

Con l’arrivo dell’inverno, desideravo rifugiarmi al caldo, tornare a trascorrere i pomeriggi in riva al mare, baciata dai raggi del sole, cullata dal rumore delle onde.

Allo stesso tempo ero alla ricerca di una destinazione che non fosse troppo distante dall’Italia e così mi metto alla ricerca di un volo: la mia scelta ricade su Lanzarote, una delle sette isole delle Canarie, conosciute come le “Isole dell’Eterna Primavera”.

Tra tutte Lanzarote è forse la più autentica, sicuramente la meno interessata dal turismo di massa.

L’isola, grazie all’opera di César Manrique, un artista poliedrico, a tratti visionario, è stata preservata dalla speculazione edilizia. Cesar Manrique è stato l’artista che più di tutti si è battuto per preservare l’identità di questa terra, fatta di vulcani, lava e vento, per salvarla dalla massificazione turistica che ha cambiato il volto delle Canarie. 

E così giusto il tempo di preparare la valigia che sono già in aereo.

Lanzarote mi sorprende ancora prima di mettere piede a terra, la vista dall’alto è qualcosa di unico: al primo sguardo l’isola appare arida, desolata, completamente nera, punteggiata dai tantissimi coni vulcanici e da una serie di casette bianche, basse, circondata da un mare dalle mille sfumature di blu.

Atterro al Terminal 1 dell’aeroporto di Lanzarote e mi dirigo verso Arrecife, la capitale. Soggiornerò qui per in prossimi giorni e da qui inizierò ad esplorare l’isola, ma di questo ve ne parlerò con calma.

Il mio viaggio a Lanzarote ha inizio proprio da Arrecife, una vivace città cosmopolita ricca di cultura e storia, sviluppatasi attorno ad un piccolo villaggio di pescatori, ma che ancora oggi conserva tutto il suo spirito marinaresco.

Playa el Reducto

Un’incantevole spiaggia urbana, incorniciata da una fila di palme, sabbia color oro, bagnata da un mare limpido: questo è lo spettacolo che mi si presenta dalla mia camera d’hotel, situato proprio di fronte a Playa de Reducto.

Basta attraversare la strada e sono in spiaggia!

Saranno le alte palme o la torretta di salvataggio, ma quando è baciata dai raggi del sole qui si respira un’atmosfera che richiama alla mente le spiagge californiane.

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Il mare è calmo, anche se tendenzialmente più freddo rispetto al Mediterraneo, ma è naturale visto che sono letteralmente in mezzo all’Oceano Atlantico, la scogliera tiene lontane le alte onde dell’oceano. Le acque più fresche sono riconducibili, anche, alla presenza di una corrente sottomarina fredda che scorre lungo la costa del Marocco, la cosiddetta corrente delle Canarie.

Con il variare delle maree la spiaggia, poi, cambia volto, quando l’oceano si ritira, è possibile ammirare la roccia nera e gli scogli vulcanici del fondale (residui delle ultime colate vulcaniche) che la caratterizzano.

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Se di giorno è un incanto, è al calar del sole che Playa de Reducto dà il meglio di sé.

Quando il sole scivola nel mare, e fa risplendere letteralmente l’acqua, la spiaggia di Arrecife, regala scorci da cartolina.

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Il sole all’orizzonte che colora il cielo con caldi colori, una luce dalle tinte violacee crea un’atmosfera quasi surreale, fatta di penombre e di silenzio, attimi fugaci di rara bellezza.

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TRAMONTO Lanzarote

Il profilo della spiaggia, immersa direttamente nella passeggiata dei bar e dei ristoranti, fatto di palme e sabbia, è interrotto solo dall’Arrecife Gran Hotel, uno dei simbolo dell’isola, l’edificio più alto di tutta Lanzarote, l’unico grattacielo di vetro, che con i suoi 17 piani caratterizza lo skyliner della città.

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Lanzarote è, infatti, caratterizzata da case basse e bianche, a prova di vento: appena metti piede a terra ti rendi conto subito che Lanzarote è particolarmente esposta agli alisei, venti che soffiano con costanza tutto l’anno, da nord-est, soprattutto nel pomeriggio. Questi venti costanti generano un fenomeno ondoso perfetto per praticare surf e windsurf ed è proprio per queste particolarissime condizioni ambientali che Lanzarote è la meta preferita dai surfisti.

Prima di partire mi avevano sconsigliato di visitare Arrecife, visto che è la zona meno turistica, abitata soprattutto da residenti, una città con pochi luoghi significativi da vedere.

Eppure ero sicura che una città in grado di stupirmi ogni mattina, quando appena sveglia dalla finestra della mia camera potevo scorgere  l’Oceano, che sembrava darmi il buongiorno, doveva necessariamente custodire dei piccoli gioielli.  E forse mi sarei potuta avvicinare alla cultura degli abitanti di questa isola.

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Arrecife, infatti, non è solo mare e spiaggia, vanta anche delle ricchezze architettoniche, tra cui due castelli, due antiche fortezze costruite sul mare, attualmente adibite a musei: Castillo de San Gabriel e Castillo de San Josè.

Percorro, baciata dal sole e accompagnata dall’immancabile vento, il lungomare di Arrecife.

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lungomare -- Arrecife

lungomare - Arrecife

Mi fermo a scattare qualche foto nel Parco José Ramírez Cerdá, dove resto ammaliata da una struttura dallo stile arabeggiante: il Chiosco della Musica.

Chiosco della Musica

Una perfetta replica di quello degli anni 50 del secolo scorso, quando le note dell’orchestra municipale ravvivavano le passeggiate degli abitanti della città. Proprio da qui si inizia a scorgere il profilo del Castillo de San Gabriel.

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Castillo de San Gabriel e Puente de las Bola

Un piccolo ponte levatoio in pietra, il Puente de las Bolas, chiamato così perché sopra i suoi pilastri sono state poste due palle di cannone, collega la terraferma all’antica fortezza che sorge su lingua di terra in mezzo all’oceano, l’Islote de los Ingleses.

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Basta attraversare il ponte, una delle due vie che collegano la terraferma al piccolo isolotto, per avere l’impressione di esser trasporti in un’epoca lontana, quando il piccolo castello, con i suoi possenti cannoni, era adibito a protezione della cittadina, dagli attacchi dei pirati con le loro ciurme.

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Attualmente la fortezza ospita il Museo della storia di Arrecife, un piccolo museo etnografico, che racconta le radici di questa terra, una testimonianza storica di un epoca remota, ma affascinante, quando Lanzarote era un punto di riferimento fondamentale per gli esploratori negli anni delle grandi scoperte geografiche.

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Dopo aver visitato le sue sale interne non posso non salire in cima alla fortezza e da qui ammirare dall’alto Arrecife e l’Oceano Atlantico.

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Charco de San Gines

Ritornando sulla terraferma, a poche centinaia di metri mi ritrovo in uno dei luoghi più caratteristici di Arrecife, una piccola darsena: il Charco de San Gines.

Il Charco, letteralmente “stagno”, sorge all’interno di un cratere di un antico vulcano dove l’acqua di mare, a dispetto del nome, ha formato una splendido porticciolo, circondato da tradizionali case di pescatori.

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Gli occhi si riempono di bellezza ammirando le colorate barchette che trovano ricovero lì, dove il cielo con i suoi colori intensi si riflette nell’acqua.

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Il Charco, rimodernato secondo un progetto di Cesar Manrique, è anche uno dei punti di riferimento in città: tutta la zona è pedonale, contornata da locali, cervecerias, bar de tapes e ristoranti che si animano soprattutto alla sera.

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Attorno al Charco de San Ginés, ogni mercoledì e giovedì dalle 9:00 alle 14:00 ha luogo il mercatino di Arrecife con prodotti d’artigianato locale, tra cui gioielli realizzati con la lava vulcanica e con l’olivina, una pietra silicea semi-preziosa, di colore verde, utilizzata per creare anelli, orecchini, collane, accanto a prodotti di bellezza all’aloe vera, una pianta conosciuta fin dai tempi degli Egizi come una pianta dalle mille virtù. Lanzarote, vanta il primato per estensione di piantagioni di aloe vera, oltre che trovarla comunemente anche in ogni giardino.

Da qui con una passeggiata di circa 30 minuti, costeggiando tutto il lungomare, oltrepassando la Marina e la zona del porto, si raggiunge l’altro castello di Arrecife: il Castillo de San Josè, situato nella zona orientale della città, a circa 2 km dal centro, al quale si accede attraverso un ponte levatoio. 

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Col senno di poi mi rendo conto che forse era più comodo raggiungere il castillo con un autobus, ma in questo modo non avrei potuto vedere quella parte della città lontana dai percorsi turistici, dove si svolge la vita degli abitanti. Gli autobus urbani qui si chiamano “Guaguas”: il biglietto si acquista direttamente sull’autobus: basta comunicare all’autista la vostra fermata, e lui vi dirà l’importo da pagare (si può pagare solo in contanti e il taglio massimo di banconota accettato è 10€). Per orientarsi sulle diverse linee di autobus un’ottima idea è quella scaricarsi l’app Moovit.

Castillo de San Josè e il MIAC (Museo Internazionale di Arte Contemporanea)

Anche questo, come il Castillo de San Gabriel, a prima vista appare piuttosto piccolo rispetto all’idea che tradizionalmente si ha di un castello. La fortezza, soprannonimata la “Fortaleza del Hambre” (fortezza della fame) fu fatta cotruire non solo per difendere l’attività portuaria e la popolazione dagli attacchi dei berberi e dei corsari inglesi, ma anche per dare lavoro agli abitanti di Lanzarote, in seguito ad una grave crisi economica che si abbattè sull’isola alla fine del Settecento.

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La fortezza costruita per difendere l’isola fu poi abbandonata a se stessa per quasi un secolo, fino a quando su iniziativa di Cesar Manrique, che ne seguì personalmente i lavori di restauro venne trasformato, nel 1976, in un museo di arte contemporanea: il MIAC (Museo Internazione di Arte Contemporanea) con l’intento di esporre e promuovere le opere più significative dell’arte moderna con sculture e dipinti di artisti contemporanei.

In tutta la fortezza, ma anche nei suoi deliziosi giardini di lava e palme, si riconosce subito l’impronta di Cesar Manrique, che culmina nella magnifica scala tubolare interamente bianca,  la quale conduce alla parte inferiore della fortezza dove si trova un ristorante con vista panoramica sul porto.

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Il ristorante è accessibile anche dall’esterno, per chi sceglie di non visitare il museo, tramite una suggestiva scalinata laterale.

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Da qui si scorgono delle singolari sculture immerse nelle acque della baia di Puerto Naos, opere dell’artista Jason deCaires Taylor, intitolate “The rising tide”. Il nome (l’alta marea) non è una scelta causuale, ma fa riferimento alla loro posizione in mare.

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Quattro cavalieri, chiaro riferimento all’Apocalisse, in sella ai loro imponenti cavalli, con il muso a forma di trivelle petrolifere, a ricordare la massiccia estrazione di questa risorsa naturale. Sicuramente per ammirarli nella loro interezza consiglio di venire quando la marea è bassa io, al contrario li ho visti con la marea alta quando sono quasi totalmente immersi dalle acque della baia.

Lascio questa zona piuttosto isolata della città, resa suggestiva dallo straordinario colpo d’occhio che si ha non appena si scorge la fortezza arroccata sul mare. Una zona dove è ben visibile come la terra nera, lavica, sia una costante di quest’isola, il paesaggio brullo è interrotto solo da qualche mulino a vento che domina dall’alto.

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Da qui ritorno verso il centro storico: dove è d’obbligo una visita alla chiesa più antica della città.

Iglesia de San Ginés de Clermont

La chiesa, eretta in onore del santo patrono dell’isola, dalla caratteristica archittetura delle Canarie con pareti bianche sapientemente integrate con la pietra nera, vulcanica, sorge su una piccola piazzetta ombreggiata da palme, dove mi fermo qualche minuto. L’alto campanile bordato in pietra scura, domina il centro storico ed è visibile da diversi punti della città.

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La chiesa si presenta con un semplice stile, sicuramente lontano dalle tipiche chiese o cattedrali che sono abituata a vedere sul suolo spagnolo, caratterizzate da sontuose decorazioni.

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Eh sì, perché anche se sono a soli 100 km dalle coste del Marocco del sud, in pieno Oceano Atlantico, mi trovo a tutti gli effetti sul suolo spagnolo.

Mi fermo qualche ora nella zona del centro storico in Calle León y Castillo, chiamata anche Calle Real, una delle vie principali, qui vi sono un’infinità di negozi, profumerie dove fare acquisti, ma anche numerosi ristoranti dove gustare qualche tapas o altre pietanze tipiche dell’isola. Eppure diversamente da quello che mi sarei aspettata nel centro storico ci sono pochi edifici storici, la maggior parte sono costruzioni moderne.

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Uno degli edifici storici più significativi, situato nella zona pedonale, è Casa Amarilla.

Casa Amarilla

Chiamata dalla gente di Lanzarote, la Casa Gialla, un edificio storico, bianco e giallo, la cui costruzione risale agli anni ‘20 del secolo scorso. Un tempo sede del Cabildo (il governo insulare) dell’isola; oggi, dopo un attento restauro, ospita al piano terra mostre temporanee riguardanti la conoscenza e la memoria etnografica di Lanzarote.

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Mi rendo conto camminando tra le strade della capitale di quanto sia forte il legame della città con la sua storia non solo passata, ma anche contemporanea.

Ne è la prova una singola statua in bronzo dedicata a un personaggio famosissimo di Arrecife.

Estatua de Heraclio Niz Mesa

La statua in bronzo dedicata all’ ex comandante della polizia della città che sembra quasi  salutarti mentre entri nella via principale, quella dello shopping. Uno dei personaggi più accattivanti e carismatici nella storia contemporanea di Arrecife che per decenni ha accolto sempre con un sorriso i turisti. La statua è stata scelta per mantenere vivo il ricordo di figure, come Heraclio Niz, con la convinzione che non ci sia futuro per una comunità che gira le spalle al suo passato e alle sue tradizioni.

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Ritorno in direzione Playa del Reducto e da qui mi dirigo nel Parco Islas Canarias: una piacevole scoperta, frequentato soprattutto dagli abitanti di Arrecife con un parco giochi per bambini e una deliziosa area dedicata per i cani.

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Fino all’anno 2000 questo parco era la sede di tutti i principali eventi di Arrecife, oggi dopo un’intervento di ristrutturazione è stato trasformato in bel parco naturale, ricco di palme, panchine e pontili con accesso al mare, dove sedersi ad ascoltare il rumore del mare che si mescola al fruscio prodotto dal vento.

DOVE MANGIARE E FARE SHOPPING

Nella zona del Charco de San Gines c’è solo l’imbarazzo della scelta in termini di bar, cervecerie e ristoranti, ma essendo la zona della movida è anche il luogo più caro. Personalmente ho scoperto un piccolo locale, El Barillote Tapas Bar, con terrazza vista mare, non molto distante dal Grand Hotel che offre una varietà di tapas e cucina tipica, ma non solo. La cucina a vista come garanzia che il tutto viene preparato al momento.

Se venite a Lanzarote non potete non assaggiare le “patate arrugadas” un piatto caratteristico delle Isole Canarie. Le patate, da mangiare con tutta la buccia, vengono servite accompagnate ad una salsa chiamata mojo, una salsa anch’essa tipica delle Isole Canarie a base di olio d’oliva. Le due varianti più diffuse di questa salsa prendono il nome dal loro colore: il mojo verde, a base di prezzemolo oppure coriandolo, e il mojo rojo (o mojo picón) a base di paprica.

E ogni pranzo o cena che si rispetti, qui ad Arrecife, come in tutta Lanzarote, non può che terminare con un chupito, ovvero un bicchierino, di rum Ronmiel (il “Ron”). Qui il rum rappresenta un elemento della cultura popolare delle Canarie, un distillato ottenuto dalla canna da zucchero, la cui coltivazione era già sviluppata non solo a Lanzarote, ma in tutte le Isole Canarie già ai tempi in cui vi approdò Cristoforo Colombo. Fu, però, dal Settecento che venne sfruttata anche per avviare la produzione di Rum unito al 2 o 3% di miele d’api: un rum al miele, dal sapore dolce e delicato.

Un piccolo consiglio se decidete di trascorrere il weekend ad Arrecife e volete trascorrere la giornata in città, alla ricerca del souvenir perfetto, ricordatevi che qui i negozi e supermercati sono aperti solo il sabato mattina, mentre chiudono il sabato pomeriggio e tutta la domenica.

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Anche se Arrecife non è sicuramente una di quelle capitali delle quali ti innamori al primo sguardo, è una città capace di farti sentire a casa con i suoi angoli e scorci suggestivi.

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2 commenti

  1. Quante belle foto!!!
    Mi ha fatto piacere scorrere il tuo post.
    Siamo stati ad Arrecife ormai qualche anno fa e ricordo che ci era piaciuta molto.
    Grazie.

    • Grazie mille !!! Sono felice che il mio articolo ti abbia fatto ricordare il tuo viaggio ad Arrecife. Lanzarote è stata una bellissima scoperta a qualche ora di volo dall’Italia.

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