Lanzarote: l’isola del vento e dei vulcani

Lanzarote soprannominata la “Isla Diferente”, per la sua varietà di paesaggi e colori unici al mondo, è tra le 7 isole, che compongono l’arcipelago delle Canarie, quella più autentica, lontana dal turismo di massa.

Dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO nel 1993: ad oggi circa il 40% del suo territorio è regolato da divieti al fine di preservarne la bellezza.

L’isola scoperta dal navigatore italiano, Lanzerotto Malocello, da cui ha preso il nome, è stata plasmata da una delle più grandi eruzioni vulcaniche che la storia ricordi, quella del vulcano Timanfaya e dalla creatività di sar Manrique, un artista originario di Lanzarote che con le sue opere ne ha esaltato la bellezza. Manrique è stato uno dei maggiori esponenti della voce artistica delle Canarie e con le sue opere ha lasciato un segno indelebile sull’isola, trasformandola in una sorta di “museo a cielo aperto”.  Ha dedicato, infatti, gran parte della sua vita a preservarla dalla speculazione edilizia, progettando edifici, giardini, ispirati alla natura e che fossero perfettamente integrati con gli elementi naturali che caratterizzano l’isola, i vulcani, la lava e il vento.

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Lanzarote non è grande e con l’auto la si gira facilmente, ma anche con i mezzi pubblici è abbastanza percorribile.

Per orientarsi sulle diverse linee di autobus può essere utile scaricarsi l’app Moovit.

I biglietti si acquistano direttamente sugli autobus che qui si chiamano “Guaguas”: basta comunicare all’autista la propria fermata, e lui vi dirà l’importo da pagare (si paga solo in contanti e il taglio massimo di banconota accettato è 10€).

Il mio viaggio a Lanzarote inizia dalla scoperta della sua capitale, Arrecife, dove ho soggiornato per tutto il periodo della mia permanenza sull’isola (qui il mio itinerario di un weekend nell’accogliente capitale di Lanzarote).

Lanzarote, collegata con l’Italia da diverse le compagnie aeree low cost (EasyJet, Ryanair, Vueling), d’inverno è una meta perfetta per scappare dal freddo, le temperature durante il giorno si aggirano intorno ai 18-20 gradi e si può fare tranquillamente il bagno anche se l’acqua è leggermente più fredda.

Non appena atterrata la prima cosa che mi colpisce è il vento che mi accompagnerà per tutti i giorni della vacanza, diventerà una sorta di compagno fedele. Lanzarote è, infatti, battuta dagli Alisei, venti regolari e relativamente costanti che garantiscono un clima primaverile all’isola durante tutto l’anno, gli stessi che permisero alle Caravelle di Cristoforo Colombo di raggiungere il continente americano.

Lanzarote è la meta perfetta per regalarsi emozioni indimenticabili tra paesaggi unici, spiagge spettacolari, un mix perfetto tra natura e arte.

Lanzarote è sicuramente un’isola da vivere senza fretta lasciandosi guidare dal ritmo della vita che  qui è lento e rilassato, ma se come me, avete a disposizione pochi giorni ecco alcuni dei luoghi più significativi ed emozionanti dell’isola che non dovete assolutamente perdervi.

Cosa vedere a Lanzarote

Jardin de Cactus

Uno dei luoghi che più mi è rimasto nel cuore, è l’ultima opera di César Manrique realizzata nell’area vulcanica di Guatiza: il Jardin de cactus (il giardino di cactus), un intervento architettonico dove è perfetto il binomio tra arte e natura.

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Un meraviglioso giardino con migliaia di cactus provenienti da tutto il mondo, una sorta di anfiteatro la cui forma circolare richiama alla mente i numerosi crateri dell’isola. Le pareti sono formate da terrazza digradanti del terreno, una serie di gradini lungo i quali sono collocate le diverse varietà di cactus e dalle quali è possibile ammirare da differenti angolazioni la bellezza del luogo.

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Nei cinque mila metri quadrati ci sono più di settemila duecento esemplari di un centinaio di specie di differenti cactus, originari di luoghi diversi come il Perù, il Messico, il Cile, gli Stati Uniti, il Kenya, la Tanzania, il Madagascar, il Marocco e le stesse Isole Canarie. Un luogo curato nei minimi dettagli, ogni cactus ha una targhetta con il nome e il luogo di provenienza.

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All’interno del giardino catturano l’attenzione, infatti, i diversi complementi d’arredo quali lampade, cestini, che sono stati progettati esclusivamente per il giardino.

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Al centro vi sono, poi, una serie di monoliti in carbonella compatta, a testimonianza che nel passato il luogo dove oggi sorge il giardino era utilizzato per l’estrazione della cenere vulcanica.

Qua e là il paesaggio arido del giardino è intervallato da dei piccoli laghetti.

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Su una collinetta vi è, poi, un piccolo mulino al vento restaurato, in cima al quale si può ammirare il panorama circostante che si estende fino al mare.

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Quasi mimetizzati spiccano due costruzioni, la cui principale caratteristica è il soffitto a forma di cupola: uno è adibito a piccolo negozio di souvenir, dove acquistare prodotti tipici tra cui delle strepitose marmellate di cactus e l’altra a caffetteria dove fermarsi per assaggiare oltre alle famose patate arrugas dei singolari panini al cactus.

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All’interno della caffetteria vi è un‘elegante scala a chiocciola con una scultura centraleuna sorta di molecole concatenate, formata da rami in acciaio e sfere di cristallo. Qui potete assaggiare anche un tipo di caffè molto famoso a Lanzarote, ma a dire il vero in tutta la Spagna, il cafè leche y leche una sorta di caffè espresso lungo, preparato utilizzando due tipi di latte: quello fresco e quello condensato, con una leggera schiuma in superficie.

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In tutta l’isola di Lanzarote è visibile il genio di Manrique. L’artista, più importante di tutta l’isola che con le spettacolari opere d’arte ha contribuito allo sviluppo culturale, artistico e turistico dell’isola.

Per avvicinarsi al genio di Manrique è d’obbligo una visita alla Fondazione César Manrique.

Fondazione Cesar Manrique

Situata nel villaggio di Tahiche fu la prima abitazione che l’artista decise si costruire quando decise di stabilirsi definitivamente a Lanzarote, al suo rientro da New York. All’arrivo si presenta come una bella abitazione con immense vetrate con vista sui vulcani circostanti, in perfetta sintonia con la natura, costruita in mezzo ad una colata di lava risalente al periodo delle grandi eruzioni che interessarono l’isola. La casa è una perfetta fusione tra il vulcano e l’architettura e  rispecchia il profondo rapporto di rispetto che l’artista aveva per la natura.

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La casa si presenta come una struttura articolata su due livelli: il piano superiore costruito secondo le caratteristiche architettonici dell’isola (le finestre rigorosamente in legno, i muri imbiancati a calce come previsto per decreto di legge); il piano inferiore è un luogo speciale, appena si scende, tutto si trasforma: gli ambienti abitativi sono stati realizzati all’interno di cinque grandi bolle vulcaniche naturali (i cosiddetti jameos) originate da sacche di aria intrappolate nel tunnel di lava. Dei tunnel bianchi scavati nella lava collegano le cinque bolle vulcaniche naturali, una grande scala a chiocciola collocata nel soggiorno, utilizzato come sala d’esposizione delle diverse opere dell’artista collega, invece, gli interni del piano terra e gli spazi sotterranei.

Ci sono poi gallerie dove sono esposte la maggior parte delle opere di Manrique accanto a quelle di altri grandi artisti tra cui Picasso

Ai cinque jameos naturali Manrique aggiunse un ulteriore jameo che accoglie una piscina interamente ricoperta da calce bianca.

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I colori predominanti della casa, interamente scavata nella pietra vulcanica, sono il nero e il bianco con qualche inserto d’azzurro come l’acqua della piccola piscina interna.

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Il tutto circondato da un giardino lussureggiante con mosaici e cactus, ma anche piante di aloe e bunganville.

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La costruzione è fantastica e la sua integrazione con il paesaggio naturale è davvero geniale.

Da ogni particolare della casa emerge il profondo rispetto di Manrique per la natura e per l’isola che lui stesso definì “la Cenerentola delle Canarie”.

Mirador del Rio

Il punto più panoramico di Lanzarote si trova all’estremo nord dell’isola.

Mirador del Rio è una delle creazioni architettoniche più rappresentative di Cesar Manrique. L’edificio, inaugurato nel 1973, è diventato dei tanti simboli della simbiosi fra natura e arte.

Dalla grande terrazza aperta, la vista è spettacolare, di quelle che ti lasciano senza parole, davanti a te  solo l’Isola La Graciosa e un mare dai favolosi colori. Il suo nome deriva dalla piccola striscia di mare tra Lanzarote e La Graciosa che dall’alto sembra un piccolo tratto di fiume, “el Rio” appunto.

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All’interno dell’edificio è presente anche un bar, dove fermarsi per gustare un caffè ammirando uno dei panorami più belli dell’isola.

Per chi ha poco tempo a disposizione, può scegliere di non visitare il Mirador del Rio, al quale si accede pagando un biglietto d’ingresso, la magnifica vista sull’Isola Graziosa è visibile anche  dalla strada.

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Parco Naturale di Timanfaya

 

La più famosa tra le attrazioni dell’isola è sicuramente il Parco Nazionale di Timanfaya (le Montagne del Fuoco). Qui per sei anni dal 1730 al 1736 si verificarono delle spettacolari eruzioni vulcaniche che hanno incredibilmente modificato la geologia e l’aspetto del luogo, andarono, infatti, distrutti chilometri e chilometri di terreno ed interi villaggi.

Il diavoletto, emblema del Parco Nazionale Timanfaya, diventato anche simbolo dell’isola,che ti accoglie all’ingresso è anche questo opera di  Manrique che si ispirò all’antica tradizione popolare, secondo la quale la figura del diavoletto era considerato simbolo di virilità e di fecondità.

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Il paesaggio qui è affascinante, ci si ritrova in un luogo desolato, in mezzo a crateri spenti, distese chilometriche di lava nera, avvolti da colori che spaziano dal grigio al rosso, passando per il nero ed il marrone.

La visita al Timanfaya toglie il fiato, perché riassume la vera essenza di Lanzarote.

Nel prezzo del biglietto d’ingresso al parco è compreso anche la visita al parco che viene effettuata con l’ausilio di pullman su un percorso obbligato (non è possibile, infatti, girare il parco con mezzi propri).

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Le aree vulcaniche che vi si possono ammirare qui sono tra le più suggestive al mondo, ci si ritrova in un paesaggio a tratti lunare, un po’ come in tutta l’isola d’altronde, un contrasto unico di colori rossastri e meraviglie da esplorare.

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Vi è anche un ristorante “El Diablo”, anche questo progettato da Manrique, la cui caratteristica è che qui il cibo, in particolare patate e carne, vengono cotte su di un barbecue naturale alimentato dal calore del vulcano ancora attivo.

El Golfo (il lago verde)

Un luogo unico nel suo genere per la presenza di un lago verde. Una piccola laguna protetta da rocce di origine vulcanica, in cui l’acqua del mare, che qui si è raccolta, si colora di verde per la presenza di organismi vegetali ed alghe che hanno potuto prosperare, nel ridotto spazio del lago, grazie alla presenza di sali minerali di origine vulcanica. Proprio la presenza di queste alghe donano al laghetto il caratteristico colorito verde intenso.

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Un posto magico reso affascinante dal contrasto cromatico che viene a crearsi tra la roccia vulcanica circostante e il verde del lago. Il lago è stato dichiarato riserva protetta e quindi non è permesso né fare il bagno e neppure toccare l’acqua.

A qualche km da El Golfo (il lago verde) vi è un’opera d’arte che il mare ha scolpito direttamente nella roccia vulcanica.

Los Hervidores

 

Una scogliera a picco sull’Oceano Atlantico, con lo sfondo i crateri vulcanici dell’isola e i colori del Parco di Timanfaya. Qui le onde impetuose si infrangono continuamente generando una sorte di nebbia mista a vapore che sembra quasi far ribollire l’acqua, da qui il termine spagnolo “hervir” che letteralmente significa bollire.

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Uno scenario naturale poco conosciuto, ma dal fascino indiscusso, dove l’ocenao incontra la lava, creando gallerie e varchi nella roccia.

Puerto del Carmen e Playa Blanca

Lanzarote non si presenta solo come un’isola dove la natura la fa da padrona, a sud dell’isola vi sono anche i luoghi più turistici. A Puerto del Carmen si possono trovare, oltre a spiagge dorate,  numerosi resort, ristoranti, centri commerciali. I ristoranti sono di tutti i tipi: italiani, asiatici, francesi, inglesi e risulta quasi difficile trovare ristoranti tipici in cui assaggiare cibo locale o del buon pesce appena pescato.

Per gli appassionati di immersioni subacquee a Puerto del Carmen si trovano, poi, i maggiori centri per le uscite in barca.

Anche Playa Blanca negli ultimi anni ha perso un po’ della magia di quest’isola: un tempo piccolo villaggio di pescatori, oggi è diventata la seconda località più turistica dell’isola, dove si riversano la maggior parte dei turisti richiamati dalle famose spiagge.

Eppure nella parte sud dell’isola dove è più diffuso il turismo vi è una delle più belle spiagge, ancora incontaminata.

Playa del Papagayo

 

Inserita dal The Guardian tra le 10 Spiagge più belle del Mondo, Playa del Papagayo è un piccolo paradiso terreste, che non può che lasciare a bocca aperta: sabbia dorata, incorniciata da una collinetta di roccia vulcanica, lambita da un mare cristallino, con colori che virano dal turchese al verde smeraldo.

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Casa Josè Saramago

Nella piccola cittadina di Tias, immerso in un paesaggio vulcanico, arido, fatto di casette basse e bianche, puntellato da un’infinità di cactus, sorge quella che fu la casa del Premio Nobel per la letteratura Jose Saramago, che qui abitò gli ultimi 18 anni della sua vita.

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Una casa semplice che rispecchia i canoni architettonici dell’isola.

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Le stanze, come tutta la casa, sono ancora oggi impregnate della sua essenza, si respira un’atmosfera quasi magica. Una casa che lui stesso ha contribuito ad arredare giorno dopo giorno, con la complicità della moglie Pilar. Qui tutto è rimasto come lui l’ha lasciato, non sembra di entrare in un museo, si continua a respirare ancora quell’atmosfera di intimità e di quotidianità quasi come se Saramago fosse uscito solo un attimo in giardino a guardare uno dei tramonti che tanto amava.

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I quadri, gli oggetti cari all’autore, le foto degli amati scrittori alla parete, le pietre raccolte in giro per il mondo, le penne usate per comporre i suoi capolavori: qui tutto parla di Saramago.

Una casa dove il passato è presente, dove si respira cultura e dove si percepisce ancora il profondo amore dello scrittore per la sua Pilar. Emozionante vedere nella casa che tutti gli orologi sono fermi sull’orario in cui il premio Nobel conobbe sua moglie.

Accanto alla casa vi è, poi, la splendida biblioteca di Saramago, il suo posto preferito, con i 15.000 esposti, ora capisco perché lui stesso definì “una casa fatta di libri”.

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La casa di Jose Saramago è un luogo che merita di esser visto anche se, a differenza di altri di Lanzarote, non viene così pubblicizzato. Qui il link per acquistare i biglietti.

Visita guidata della casa di José Saramago

Le giornate a Lanzarote, quest’isola fatta di lapilli neri e dove l’orizzonte è costellato di crateri vulcanici, trascorrono lente, complice anche il fuso orario di un’ora indietro rispetto all’Italia, tra mare, lava, vento e il genio di Manrique. 

E’ già l’ora di tornare in Italia, un ultimo saluto all’oceano e a quest’isola dove tutto è possibile, un’isola che mi ha sorpreso con scorci indimenticabili e tramonti che fanno vibrare il cuore.

TRAMONTO Lanzarote

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