Assisi la città di San Francesco

Assisi, città-simbolo della pace, che nel mondo viene identificata con uno dei santi più amati, San Francesco, è un piccolo borgo adagiatalle pendici del Monte Subasio.

Durante il mio viaggio in Umbria fino all’ultimo non ero sicura se inserire o meno nell’itinerario Assisi, temevo che in luogo così intriso di spiritualità potesse prendere il sopravvento il suo lato marcatamente commerciale, dove le attività commerciali seppure specializzate nella vendita di oggetti con chiari riferimenti religiosi, offuscassero i valori di pace e di fratellanza che, invece, dovrebbe trasmettere questo luogo.

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Nonostante il mio scetticismo decido, comunque, di fare tappa ad Assisi, di ritorno da Spello, solo, poi, mi renderò conto che la città di San Francesco merita una visita più accurata  e non solo una mezza giornata.

Nonostante le poche ore a disposizione decido di vivermi questo borgo medievale, immerso tra le colline umbre, senza seguire un itinerario, ma piuttosto di visitarlcon calma, senza fretta, lasciandomi trasportare dalle emozioni che proverò nel calpestare questi luoghi ricchi di significato.

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Dalla Stazione ferroviaria di Assisi, Santa Maria degli Angeli, prendo un bus che mi conduce fino al Parcheggio “Matteotti”situato nella parte alta della città, da qui inizierà la mia scoperta di Assisi. Inizio a percorrere via del Torrione e a godermi lentamente la vista della città dall’alto.

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Cattedrale di Assisi

Continuo lungo questa tranquilla strada in discesa che mi conduce fino a piazza San Rufino, dove sorge la splendida Cattedrale di San Rufino, ovvero la Cattedrale di Assisi.

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Sì, perché erroneamente si ritiene che la Cattedrale di Assisi sia la Basilica di San Francesco, invece, è proprio la Chiesa di San Rufino, la cattedrale di borgo umbro, costruita per accogliere le spoglie del Vescovo Martire San Rufino, che, qui, predicò il Vangelo nella prima metà del III secolo.

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La chiesa, uno degli esempi più significativi dell’arte romanica di scuola umbra, con i suoi splendidi rosoni, si erge maestosa sulla piazza.

Riprendo la mia discesa lenta, mescolandomi a gruppi di fedeli o anche a semplici visitatori che silenziosamente visitano questo luogo. Tanti sono assorti nei loro pensieri e nonostante il considerevole numero di persone che incontro nel mio cammino, mi capita spesso di avere l’impressione di essere quasi da sola in questo mio peregrinare, basta poco, poi, per ritrovarmi in stradine dove regnano pace e serenità, è sufficiente, infatti, uscire dal flusso principale.

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Scendendo via San Rufino arrivo nella Piazza del Comune, dove spiccano diversi palazzi, tra cui il palazzo comunale, il Palazzo del Capitano del Popolo e la sua bella fontana, il Palazzo dei Priori, la Torre del Popolo e il Tempio di Minerva, una costruzione romana di età augustea erettnel I° secolo a.C.

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Riprendo la mia discesa, in direzione della Basilica di San Francesco, è un continuo perdermi tra strade e vicoli, dallo stile medievale costruiti con la tipica pietra rosata del Monte Subasio. Passo accanto a numerose chiese tra cui la Chiesa di Santa Chiara e la Chiesa di San Pietro, ma non vi entro e preferisco continuare la mia discesa.

La strada che da Piazza del Comune conduce alla Basilica di San Francesco è un affascinante rettilineo che passo dopo passo sembra quasi prepararmi allo spettacolo che da lì a poco i miei occhi incroceranno.

Ed ecco, un’ultima curva, e, poi, la Basilica di San Francesco all’orizzonte con la sua facciata dalle linee pulite, il rosone centrale e il prato all’inglese che si estende davanti al suo ingresso. La Basilica di San Francesco eretta solo due anni dopo la morte del santo, fu fatta costruire proprio nel luogo scelto da San Francesco per custodire le sue spoglie. Un tempo questo luogo era conosciuto come “Colle dell’Inferno”, perché qui avvenivano le esecuzioni pubbliche dei criminali, dalla costruzione della Basilca il luogo venne, invece, conosciuto come “Colle del Paradiso”.

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La Basilica di San Francesco

La Basilica di San Francesco in realtà è composta da due parti: la Basilica Superiore quella che viene evocata alla mente non appena si nomina la basilica e la Basilica Inferiore una chiesa di dimensioni molto più ridotte dallo stile medievale.

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Entro nella Basilica Superiore e la luce che entra dalle alte vetrate sembra quasi abbracciarmi. Rimango pochi secondi immobile, nonostante sia circondata da decine e decine di persone, il tempo di alzare gli occhi al cielo e vengo rapita dalla bellezza dei colori degli affreschi che ricoprono non sole le volte, ma anche le pareti. 

Quelli stessi affreschi che erano stati gravemente danneggiati in seguito al tremendo terremoto del 1997, che aveva causato danni ingenti oltre al crollo di una campata della Basilica, oggi sono tornati al loro antico splendore. Gli affreschi presenti nella parte superiore narrano storie del Vecchio e del Nuovo Testamento e sono stati realizzati da Giotto e dal suo maestro Cimabue. Le pareti inferiori, invece, sono affrescate con il ciclo pittorico più importante dell’iconografia francescanovvero il Ciclo della Vita di San Francesco ad opera dello stesso Giotto.

All’interno della Basilica è espressamente vietato scattare fotografie. Nonostante non tutti rispettino questo divieto, credo che in questo luogo di culto, le foto non renderebbero giustizia alle emozioni che si provano nel trovarsi davanti ad un simile spettacolo.

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Se la Basilica Superiore mi accoglie con la sua luce calda, la Basilica Inferiore mi appare subito per il suo netto contrasto.

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La luce al suo interno è notevolemente inferiore. Il soffitto più basso contribuisce a creare un ambiente molto più raccolto, nel quale i magnifici affreschi che ricoprono ogni centimetro sono così vicini che mi sembra quasi di poterli toccare. Mi ritrovo accanto a persone provenienti da ogni parte del mondo che, probabilmente mosse da un’incrollabile fede ,sono disposte a percorrere migliaia di chilometri solo per ritirarsi in preghiera presso questa basilica.

Esco dalla Basilica Inferiore e l’impatto con la luce esterna, benchè sia quasi il tramonto, è notevole.

Mi mescolo al vociare confuso di lingue provenienti da ogni dove e percorro la piazza inferiore caratterizzata dai porticati che sembrano coronarla. La pavimentazione della piazza spicca per i colori variegati delle pietre.

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Da qui mi dirigerò alla fermata dell’autobus che mi condurrà nuovamente in stazione, prima, però, mi fermo in uno dei tanti bar a mangiare un pezzo di rocciata, un dolce tipico di Assisi ripieno di mele, nocciole, noci e uvetta.

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Ultimo acquisto prima di salire sull’autobus, un pezzo di Pane di San Francesco conosciuto anche come “Pane tradizionale all’uva”: un antico, quanto semplice dolce, preparato con la pasta di pane e arricchito con uvetta e cubetti di buccia d’arancia.

Assisi è sicuramente un luogo ricco di spiritualità, ma non solo, anche di storia.

Per chi decide di trascorrere qualche ora in più ad Assisi può anche visitare l’Anfiteatro Romano o la Rocca Maggiore, costruita per difendere la città.

Ad Assisi, forse più che in altre la città, la scelta di non seguire un itinerario preciso, ma di lasciarmi guidare dalle emozioni che questo luogo mi ha trasmesso si è rivelata la scelta migliore. Ho potuto vivere Assisi con calma, lasciandomi avvolgere dalla sua atmosfera di tranquillità e serenità. 

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Quindi che siate credenti o meno, vi consiglio una visita ad Assisi, un luogo che al di là del suo lato strettamente religioso, trasmette dei valori autentici, come quelli di fratellanza e di pace; perché in fondo viaggiare dovrebbe insegnarci anche ad innamorarci delle diversità ed abbattere, così, i muri dell’intolleranza e dell’odio.

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