Cosa vedere a Spello, una passeggiata nel borgo dei fiori

Spello è un piccolo borgo umbro che non potevo non visitare nel corso del mio viaggio in Umbria

Soprannominato dall’imperatore Augusto la “Splendidissima Colonia Julia” è ancora oggi un borgo capace di regalare scorci pittoreschi, nel quale la tranquillità e il silenzio regnano sovrani.

Un borgo incantevole che per la sua bellezza e per i suoi vicoli coloratissimi è entrato a far da parte dei Borghi più Belli d’Italia.

Ci arrivo in treno da Perugia (qui trovate l’itinerario alla scoperta di Perugia) in una mattinata di inizio ottobre e dalla piccola stazione parto alla sua scoperta.

Porta Consolare

Oltrepasso la Porta Consolare, l’ingresso principale all’antico borgo, caratterizzata da una torre, costruita con il celebre calcare rosa del Monte Subasio, sovrastata da un ulivo, situato proprio in cima alla torre campanaria, a ricordare la presenza costante di questa pianta nel territorio, e mi addentro nella parte più bassa di Spello, conosciuta come il Borgo.

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Inizio a percorrere Via Cavour, la stretta via principale del centro storico che lo attraversa da nord a sud, dove si trovano le numerose botteghe e negozietti di gastronomia. Qui è possibile fermarsi per assaggiare le specialità enogastronomiche del luogo, dal tartufo nero al pregiato olio, l’“oro di Spello”, da gustare su una semplice bruschetta, ma anche acquistare qualche souvenir, opera dei più abili artigiani. Passo accanto a vicoli stretti, di rara bellezza, lastricati e colmi di fiori coloratissimi. Dopo una breve salita, Raggiungo, Piazza della Repubblica o Piazza del Comune.

Nella piazza, recentemente riqualificata, spicca una fontana, riportata all’antico splendore e la grande statua (Pellegrino di pace) di San Francesco a cavallo che raffigura un giovane Francesco ancora alla ricerca della propria identità, dal ritorno dalla guerra tra Assisi e Perugia del 1154.

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L’opera è una copia di quella posta di fronte la Basilica Superiore di Assisi (per leggere l’articolo sulla città del santo più amato d’Italia clicca qui) opera dell’artista di Spello, Norberto Proietti, più conosciuto semplicemente come Norberto, uno dei più famosi artisti naïf, conosciuto nel mondo per i suoi quadri raffiguranti frati in miniatura sullo sfondo di paesaggi medievali.

Palazzo Urbani

In un angolo di Piazza della Repubblica, sorge il Palazzo Comunale, conosciuto anche come il Palazzo Urbani, dallo stile semplice e sobrio tipico dell’architettura medievale, ma basta addentarsi nel vicolo posto accanto per ammirare la bellissima loggia in legno.

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Se avete visto una foto di Spello, quasi certamente ritraeva un vicolo fiorito e coloratissimo. Spello è famoso nel mondo per i suoi fiori che decorano ogni angolo di questa meravigliosa cittadina.

Prima di recarmi a Spello temevo che, visitandolo in autunno, avrei trovato un borgo dai colori assopiti e spenti, invece, anche con i primi freddi, Spello continua ad essere una tavolozza di colori. Ogni angolo è una composizione artistica dai mille colori, sapientemente mescolati, al verde brillante delle foglie delle piante.

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Ogni angolo è uno scorcio da immortalare. Uno più bello dell’altro: tanta bellezza, però, non è opera della sola natura, ma è anche frutto del grande amore dei cittadini di Spello, i quali dedicano tempo ed energie per far sì che ogni visitatore possa ammirare tale bellezza e ritrovarsi quasi per incanto in angoli davvero suggestivi e pieni di colore.

Dai vicoli, ai balconi, alle finestre è tutto un tripudio di colori che raggiunge la sua massima espressione in primavera/estate.

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L’infiorata del Corpus Domini

Spello ha, infatti, una grande tradizione nell’uso dei fiori che raggiunge il suo culmine con l’Infiorata del Corpus Domini. Una manifestazione storico – religiosa che si svolge ogni anno, tra Maggio e Giugno, in occasione del Corpus Domini (la nona domenica dopo Pasqua) e riempie la città di meravigliosi e spettacolari tappeti di fiori, realizzati per onorare il passaggio del Corpo di Cristo, portato in processione dal vescovo.

Nella notte che precede la festa religiosa, tra il sabato e la domenica, abili infioratori realizzano le loro straordinarie composizioni floreali, fino a formare un percorso di circa 1, 5 km che si snoda tra i vicoli dell’antico borgo: un susseguirsi di incredibili quadri e tappeti di arte sacra, realizzati interamente con petali di fiori.

La differenza tra quadri e tappeti si basa non solo sulle dimensioni, ma anche sulla loro composizione: nei tappeti (dalla lunghezza minima di 12 metri) la parte figurativa rimane al centro della composizione che è preceduta e seguita da disegni geometrici e decorazioni ripetitive, nei quadri, invece, dalla superficie di almeno 24 metri quadrati, la parte figurativa interessa tutta la superficie.

Le infiorate di Spello sono uniche nel loro genere poiché, a differenza di altre manifestazioni simili, per la loro realizzazione vengono utilizzati esclusivamente fiori freschi, raccolti in natura, eventualmente essiccati, ed è vietato l’uso del legno, di qualsiasi tipo di materiale sintetico e di collanti per la stratificazione dei petali.

Se anche voi, come me, non avete occasione di vivere i colori e soprattutto i profumi dell’Infiorata, non disperatevi potrete sempre portarvi a casa un ricordo profumatissimo di Spello e dei suoi fiori.

In uno dei vicoli del centro storico si trova, infatti, un piccolo negozio che propone una particolare linea di profumi.

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“Acqua ai fiori di Spello” nasce con l’intento di ripercorrere attraverso tre fragranze, unisex, le tre fasi dell’infiorata (fioritura, raccolta e infiorata) così da permettere a tutti, di vivere, attraverso le note olfattive, la particolare esperienza sensoriale che si prova quando ci si reca a Spello nei giorni dell’Infiorata:

  • la fioritura, si ispira alle valli del Centro Italia dove i fiori profumatissimi e coloratissimi, utilizzati per l’infiorata, nascono spontaneamente;
  • la raccolta si ispira alla raccolta e alla preparazione dei fiori (ovvero la “capatura” durante la quale vengono separati i petali con i quali verranno realizzate le opere) rese possibili grazie all’abilità delle donne che trasmettono di generazione in generazione questa antica tradizione;
  • l’infiorata questo profumo richiama alla mente il profumo del borgo in festa che si mescola all’odore degli ulivi dell’Umbria e a quello dei petali dei fiori dell’infiorata.

I vicoli fioriti di Spello

A giugno e luglio di ogni anno, poi, tutti gli abitanti di Spello entrano in competizione per la manifestazione “Finestre, balconi e vicoli fioriti”, il concorso che premia i vicoli più pittoreschi e meglio decorati del centro storico, suddivisi in quattro categorie:

  • Finestre Fiorite e Scorci,
  • Balconi Fioriti,
  • Vicoli Fioriti
  • Specialist (questa categoria è riservata a coloro che negli ultimi cinque anni hanno conquistato il primo posto del concorso, per almeno due volte, in una delle tre categorie precedenti, al vincitore di questa categoria verrà assegnato il premio “Spello fiorita”).

Gli abitanti di Spello si sfidano a colpi di allestimenti floreali, abbellendo con fiori i propri vicoli, balconi, finestre e ringhiere al fine di ottenere l’ambito premio.

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A ricordo di questo concorso, passeggiando per le vie del borgo, conosciuto come la “capitale dei fiori, non è insolito imbattersi nelle targhette di ceramica che ricordano i titoli vinti, di anno in anno, dai proprietari.

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Spello è un borgo da scoprire con lentezza, perdendosi tra i suoi vicoli coloratissimi e le sue stradine lastricate.

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Continuo la mia passeggiata lungo Corso Cavour, la via principale, dove si affaccia anche la Chiesa (o Collegiata) di Santa Maria Maggiore, eretta probabilmente sui resti di un tempio pagano, nel punto che può essere quasi considerato quello d’incontro dei numerosi vicoli del centro storico.

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L’esterno della chiesa, estremamente semplice, non rende giustizia a ciò che contiene, alla bellezza del suo interno. Una volta varcata la soglia è, infatti, possibile ammirare gli affreschi del Perugino che adornano il coro ligneo e la Cappella Baglioni, conosciuta anche con il nome di Cappella Bella, con gli affreschi di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio, ritenuti tra le sue opere più armoniose e significative.

Adiacente alla chiesa, all’interno di un palazzo del Cinquecento, Palazzo dei Canonici, un tempo destinato ad abitazione dei Canonici della chiesa, si trova, poi, la Pinacoteca Civica, che racconta, attraverso le numerose opere, la produzione artistica locale e la devozione degli abitanti di questo angolo d’Umbria.

Cappella di Sant’Anna o Cappella Tega

Camminando tra Spello mi imbatto, poi, in una cappella, costituita da un’unica stanza a pianta rettangolare, che sembra quasi incastonata tra i suoi vicoli, minuscola, ma riccamente decorata con affreschi quattrocenteschi, ad opera di Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, e Pietro di Mezzaforte.

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La Cappella di Sant’Anna, nata come sede della Confraternita dei Disciplinati di Sant’Anna, che fina dal 1362 gestivano anche un ospedale, divenne, poi, per molti anni sede della bottega del sarto Pietro Tega (l’altro nome con cui è conosciuta la cappella) il quale, nel 1921, scoprì, casualmente, le pitture murali fino ad allora nascoste dall’intonaco.

I restauri hanno portato, infatti, alla luce una serie di pregiate raffigurazioni: nella controfacciata della cappella la visione del Paradiso e dell’Inferno; nella parete frontale la Crocifissione; nella parete di destra Sant’Anna e la Madonna con il Bambino (in gran parte questo affresco, però, è andato perduto) e nel sottarco della parete sinistra la raffigurazione di sei busti di Apostoli.

Tra vicoli acciottolati che trasudano di storia e case in pietra dalle tonalità rosate proseguo la mia passeggiata fino alla parte alta del borgo, il Belvedere, dove si aprono meravigliose terrazze panoramiche sulle colline umbre.

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Da qui si possono ammirare in tutta la loro bellezza le antiche mura romane del borgo che racchiudono il centro storico, considerate ancora oggi le mura romane meglio conservate di tutta Italia.

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Dal Belvedere scendo nuovamente in direzione del Borgo e passo accanto ad un’altra delle sei antiche porte monumentali che si aprivano nella cinta muraria della città e garantivano, un tempo, gli accessi al borgo: Porta Venere, caratterizzata da tre archi e due possenti torrioni, ovvero le Torri di Properzio. Le Torri sono chiamate così in onore del poeta latino, Properzio, di cui Spello si vanta di avergli dato i natali, anche se la città di origine del poeta, ancora oggi, è avvolta dal mistero, in quanto si sa solo che nacque in Umbria.

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Porta Venere deve, invece, il suo nome al ritrovamento dei resti di un tempio dedicato a Venere, scoperti nei pressi del vicino parco di villa Fidelia, fuori la cerchia delle mura urbane di Spello. E’ il primo pomeriggio quando mi ritrovo in Piazza Kennedy, all’ombra della Porta Consolare, lì dove era iniziata la mia passeggiata alla scoperta di Spello.

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Un borgo incantevole, dal sapore autentico, che merita di essere visitato tutto l’anno, per immergersi in quella sua atmosfera sospesa nel tempo tra vicoli profumati e scorci colorati.

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