Cosa vedere a Taormina: racconto di un viaggio

Taorminauna delle località turistiche più famose della Sicilia, è un luogo di grande fascino e bellezza, che con le sue viuzze, le piazze e le antiche chiese è una vera e propria tavolozza di colori, stretta tra l’azzurro del mar Jonio e l’imponenza dell’Etna.

Una città dalla storia antica, abitata ancora prima dell’arrivo dei Greci, capace di sedurre con il suo fascino, non solo poeti e scrittori, ma anche celebrità internazionali che l’hanno sempre più scelta come meta delle loro vacanze italiane.

E così, voglio portarvi alla scoperta dei luoghi imperdibili di Taormina, di questa cittadina costruita su una terrazza naturale sul mare, che ho visitato, qualche tempo fa, durante un viaggio sulla costa orientale della Sicilia:

1. Palazzo Corvaja

2. Teatro Greco

3. Corso Umberto I

4. Piazza IX Aprile

5. Duomo di Taormina

6. Villa Comunale

7. Isola Bella

Da Catania decido di prendere un autobus che, in circa un’ora e 10 minuti, mi conduce in via Pirandello, al terminal bus di Taormina, a poche centinaia di metri da Porta Messina.

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Il centro storico di Taormina è, infatti, delimitato da tre portecostruite un tempo come aperture nelle mura di fortificazionia nord Porta Messinaa sud da Porta Catania e una porta centrale chiamata anche Porta di mezzo o Torre dell’orologio.

1. Palazzo Corvaja

Oltrepasso Porta Messina e mi ritrovo accanto ad uno palazzo dei palazzi più belli di Taormina che mi colpisce per la sua torre: Palazzo Corvaja.

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Una splendida villa costruita durante la dominazione araba nel quale si riconoscono chiaramente anche altri stili architettonici, tra cui quello gotico-catalano e quello normanno, segni tangibili delle diverse dominazioni succedutesi nel corso dei secoli.

Il palazzo deve il suo nome all’aristocratica famiglia Corvaja che lo abitò per secoli, dalla metà del 1500 fino a 1945, dopo un lungo periodo di degrado e abbandono, in anni recenti, il palazzo, per volontà del Comune di Taormina, è stato riportato al suo antico splendore.

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Oggi, al piano terra, ospita la sede dell’Ufficio del Turismo, mentre nei saloni al primo piano è stato allestito il Museo delle arti e tradizioni popolari siciliane.

2. Teatro Greco

Uscita da Palazzo Corvaja, mi dirigo verso quello che è senza ombra di dubbio il monumento più famoso di tutta Taormina: il magnifico Teatro Greco, situato in un punto panoramico spettacolare, dove lo sguardo si perde tra il blu del Mar Jonio, la piana di Catania e l’Etna a fare da sfondo.

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Risalente al III secolo a. C. il teatro fu edificato dai Greci, seguendo la naturale concavità della collina, dall’acustica perfetta, veniva utilizzato per rappresentazioni drammatiche e musicali.

In età romana fu, poi, modificato e trasformato per ospitare battaglie navali e giochi con i gladiatori.

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, in particolar modo nei mesi estivi, la maestosa gradinata del teatro greco, scavata nella roccia, che parte dal basso e sale fino alla sommità, viene utilizzata come struttura teatrale all’aperto, per concerti e manifestazioni teatrali, ma anche per cerimonie di premiazione come quella del David di Donatello. La più importante, da diversi anni, è il Taormina Arte un festival internazionale delle arti, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per il suo ricco cartellone di eventi musicali, teatrali, di danza e cinema.

L’emozione di camminare in questo luogo intriso di storia e di arte è qualcosa che difficilmente si dimentica, grazie anche al panorama suggestivo che regala.

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Taormina

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Dal Teatro Greco ritorno in direzione del Palazzo Corvaja e inizio la mia passeggiata lungo Corso Umberto I.

3. Corso Umberto I

Corso Umberto I è la via pedonale principale di Taormina, che attraversa il centro storico della bella cittadina siciliana, oggi dedicata alle passeggiate e allo shopping, è caratterizzata, infatti, da un susseguirsi di botteghe artigianali, caffè, ristoranti, ma soprattutto negozi d’alta moda.

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Una via piuttosto stretta dove il lusso e la mondanità regnano sovrani, eppure in questo luogo, crocevia di visitatori provenienti da ogni angolo del mondo, si possono scorgere, ai suoi lati, delle pittoresche stradine, delle scalinate, dai vivaci colori, che permettono di cogliere l’essenza di Taormina, quella più autentica, lontana dallo sfarzo luccicante delle vetrine che l’hanno resa famosa nel mondo. Piccoli negozi d’artigianato dove è possibile trovare gioielli costruiti in pietra lavica, colorati manufatti in ceramica, dipinti secondo le secolari tradizionali oppure prodotti tipici siciliani, tra cui i rinomati vini.

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Uno dei vicoli più belli è sicuramente Salita Francesco de Luna dove si possono ammirare da vicino le colorate opere, in ceramica, esposte nel negozio Don Corleone Objects tra cui delle Teste di Moro, opere dell’artista Antonio Forlin, che ha deciso di reinterpretare i decori tipici della tradizionale siciliana, creando un mix perfetto tra tradizione e modernità.

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Lungo Corso Umberto I si aprono, poi, delle piazze dall’indiscusso fascino, tra cui Piazza IX Aprile e Piazza del Duomo.

4. Piazza IX Aprile

Piazza IX Aprile è sicuramente la più famosa piazza della cittadina sicula: si apre su una suggestiva terrazza panoramica sul mare, che regala una spettacolare vista sul golfo con l’Etna sullo sfondo. Da questa terrazza si può cogliere con un solo sguardo tutti i simboli della Sicilia che hanno contribuito alla fama di Taormina nel mondo: il mare Jonio, la vegetazione mediterranea della costa, con gli immancabili fichi d’india e sua maestà l’Etna.

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La piazza è chiamata così perché il 9 Aprile 1860 si diffuse la notizia che Garibaldi fosse sbarcato a Marsala per liberare la Sicilia dai Borbone.

Sebbene la notizia si rivelò falsa (Garibaldi sarebbe arrivato in Sicilia, infatti, solo un mese più tardi) i cittadini di Taormina vollero comunque ricordare quella data dedicandole la piazza più bella della cittadina.

Piazza IX aprile, caratterizzata da uno splendido pavimento a scacchiera, oggi è punto d’incontro della movida di Taormina, incorniciata da numerosi edifici storici, religiosi e caffè all’aperto, tra cui il famoso Caffè Wunderbar, amato da scrittori, come Ernest Hemingway, e stelle del cinema tra cui Greta Garbo, Liz Taylor e Richard Burton. Qui si possono assaggiare due cocktail, la cui ricetta è ancora oggi segreta: il Liz Taylor Cocktail e Richard Burton Cocktail.

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Sulla piazza si affacciano, anche , la Chiesa settecentesca di San Giuseppe, un magnifico esempio di barocco siciliano, la ex Chiesa di Sant’Agostino (oggi utilizzata per eventi e mostre culturali) e poco distante la Porta di mezzo che un tempo, insieme a Porta Catania, delimitava i confini del borgo medievale, con il suo arco dava, infatti, accesso alla città vecchia. La Porta di mezzo, conosciuta anche come Torre dell’Orologio, fu costruita sui resti dell’antiche mura difensive, nel XII secolo venne costruita una torre, distrutta durante la dominazione borbonica, per, poi, essere ricostruita, per volere del popolo, in quell’occasione fu posto anche il grande orologio da cui prende il nome. Vi è una curiosità legata alle campane della Torre dell’orologio, suonano, infatti, solo in due occasioni speciali: quando viene eletto il nuovo sindaco di Taormina e il 9 luglio, in occasione delle celebrazioni del Patrono, San Pancrazio.

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5. Duomo di Taormina

La seconda piazza che si apre lungo Corso Umberto I è la piccola, quanto suggestiva, Piazza del Duomo, dove sorge la Cattedrale dedicata a San Nicola, conosciuto anche come il Duomo di Taormina, costruito sulle rovine di una precedente chiesa dedicata sempre a San Nicola.

Con la sua massiccia torre campanaria, la sua austera facciata in pietra con il coronamento a merli, il Duomo assomiglia più ad una fortezza, che ad un luogo di culto, ingentilita solo dallo splendido portone in stile barocco. 

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Di fronte al Duomo, troneggia una splendida fontana baroccacostruita su dei grandi gradoni circolari e circondata ai lati da quattro piccole fontanelle. Al centro della fontana si scorge una centaura incoronata che rappresenta il simbolo di Taormina.

6. Villa Comunale

Poco fuori dal centro cittadino si trova un’oasi di pace: la Villa comunale, dei bellissimi giardini pubblici, dove ci si può rifugiare tra viali accottolati, per passeggiare in un’atmosfera incantata ed ammirare dei meravigliosi scorci sul mare turchese e sulla costa.

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In origine questi giardini, realizzati all’inglese, non erano accessibili, in quanto erano i giardini privati di una nobildonna scozzese, amante della natura e delle cose belle, Lady Florence Trevelyan Cacciola, figlia di un cugino della regina Vittoria, che dopo aver viaggiato a lungo si era stabilita a Taormina verso la fine dell’Ottocento, e dove sposò il taorminese Salvatore Cacciola. Di recente il Comune di Taormina ha intitolato la villa comunale proprio alla nobildonna scozzese “Parco Florence Trevelyan” attribuendole così l’importanza storica che meritava in quanto artefice di questi giardini che lei chiamava affettuosamente “Hallington siculo” in onore di Hallington Hall, il piccolo villaggio scozzese dove era cresciuta.

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Nel realizzare questi giardini furono scelti una grande varità di fiori e di piante, alcune rare e tropicali, provenienti da ogni parte del mondo e furono inserite anche statue classiche e enormi giare, oltre a singolari edifici dal gusto esotico, che Lady Florence, appassionata ornitologa, utilizzava per osservare gli uccelli. Queste costruzioni dette Beehives (letteralmente alveari) sono delle strutture intermedie tra dei gazebi e delle pagode orientali che ricordano proprio un alveare. Oggi all’interno della Villa Comunale, proprio all’ingresso, è presente anche una scultura contemporanea dal nome “Angeli del nostro tempo” raffigurante due figure, un uomo ed una donna, con abiti moderni, ma con ali d’angelo. Un inno all’amore, opera dello scultore Piero Guidi, dedicata a tutte le persone, uomini e donne, che hanno avuto la capacità di salvarsi, facendo qualcosa di sublime e che hanno superato gli ostacoli della vita con dignità, coraggio e fantasia.

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7. Isola Bella

A sud di Taormina sorge un piccolo isolotto, grande circa 1 kmq, la cui bellezza è stata decantata da scrittori e poeti tra cui Goethe e Byron, ricco di una rigogliosa vegetazione ed unito alla terraferma da una sottile striscia di sabbia: Isola Bella.

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Lady Florence riuscì a valorizzare questo scoglio roccioso costruendovi una casetta e facendovi piantare rare e pregiate essenze. Dal 1998 quest’isolotto, soprannominato la “Perla del Mediterraneo”,è stato dichiarato riserva naturale e per accedervi bisogna pagare un biglietto d’ingresso.

L’unico modo per raggiungere l’Isola Bella è a piedi, essendo collegata alla terraferma solo da una sottile striscia di sabbia. A seconda del livello della marea, durante il giorno, potreste ritrovarvi a camminare sulla sabbia asciutta, oppure con l’acqua fino alle ginocchia: un percorso breve, ma altamente suggestivo.

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E’ possibile raggiungere l’Isola Bella anche con la funivia di Mazzarò, situata in Via Pirandello, a pochi metri da Porta Messina, che collega il centro storico con l’isola e la Baia di Mazzarò, principale sbocco a mare di Taormina. 

Cosa e dove mangiare a Taormina

A Taormina si può sicuramente trovare il meglio della cucina taorminese, fortemente influenzata dal passato delle sue dominazioni. Nei suoi piatti tradizionali si ritrovano riferimenti alla tradizionale araba, come gli arancini (sulla costa orientale della Sicilia, a differenza di Erice, mi raccomando dovete ordinare un arancino, al maschile) ma anche normanna, a loro si devono i piatti a base di baccalà e stoccafisso e spagnola, la ‘mpanata di pesce spada, una sorta di torta rustica farcita di pesce spada, che richiama proprio l’empanada spagnola.

Il protagonista della cucina di Taormina è, infatti, il pesce. Si spazia dal tonno, alle alici, passando proprio per il pesce spada, preparato in numerosi modi, uno più buono dell’altro, come il pesce spada “a ghiotta” (con cipolle, olive, pomodoro e capperi) oppure alla griglia servito con il salmoriglio,  “sammurrigghiu” in siciliano, ovvero un’emulsione di olio d’oliva, origano, sale, aglio, pepe e succo di limone.

Non potete, poi, andare a Taormina e non provare i suoi dolci! La cittadina, come tutta la Sicilia, è famosa per i suoi dolci: un trionfo di ricotta, miele, pistacchio e mandorle. Si spazia dai cannoli, alla cassata, passando per la granite, servita con la brioscia con il tuppo e i dolcetti di marzapane a forma di frutta.

Pranzare in uno dei tanti ristoranti di Taormina non è sicuramente un’esperienza a buon mercato. Eppure ci sono dei piccoli locali dove, senza spendere una fortuna, si possono provare tutti i sapori della Sicilia più autentica.

Nei pressi della Piazza del Duomo, arrivando da Porta Messina, sulla destra vi è una piccola stradina, bisogna percorrerla fino in fondo e qui si trova l’Antica Rosticceria “Da Cristina” dove si possono assaggiare oltre a pizze e schiacciate, dei deliziosi arancini, da quelli classici a quelli più ricercati. Il mio consiglio è quello di provare gli arancini al pistacchio di Bronte e quelli alla palermitana, con pinoli, sarde, finocchietto e uva passa.

Il locale propone, inoltre, uno dei must della cucina siciliana la pasta alla norma: una delle più buone che abbia mai provato. La pasta alla norma è una specialità catanese (preparata con pomodoro fresco, melanzane fritte con l’aggiunta di basilico fresco e una grattuggiata di ricotta)  realizzata come omaggio alla più bella opera del compositore catanese, Vincenzo Bellini e dalla quale prende il nome: la Norma.

Dopo un pranzo a base dei più autentici sapori siciliani non si può, poi, non assaggiare un cannolo.

Mi dirigo, così, presso una piccola pasticceria, abbastanza nascosta, situata in una stradina accanto a Piazza Sant’Antonio, nei pressi di Porta Catania: La Pignolata Guinness.

Qui ho provato i migliori cannoli, che abbia mai assaggiato, riempiti al momento, dalla pasta croccante e una crema alla ricotta freschissima e leggera. Ho provato due piccoli cannoli, uno al cioccolato e uno al pistacchio, serviti in dei coloratissimi cestini. L’unico mio rammarico è non aver potuto provare tutte le bontà della Pignolata Guinness. Anche se in un luogo altamente turistico, come Taormina, sono stata accolta dalla simpatia dei proprietari che mi hanno offerto come assaggio anche dei deliziosi dolcetti alle mandorle. Se andate a Taormina dovete assolutamente provare i loro cannoli!

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A Taormina le ore corrono veloce e tra poco dovrò prendere nuovamente l’autobus che mi riporterà a Catania.

Mentre mi incammino nuovamente lungo Corso Umberto I, in direzione di Porta Messina, faccio una piccola deviazione per andare a provare la famosa granita del Bam Bar: una vera e propria istituzione quando si parla di granita.

Un locale situato in una posizione privilegiata, a cinque minuti a piedi dal Teatro Greco, che si riconosce subito per i suoi muri ricoperti da formelle di ceramiche coloratissime.  Il Bam Bar propone un’ampia varietà di granite, tra cui le più richieste, come quella di pesca e di mandorla, tutte preparate con frutta fresca di stagione. Alcune si possono gustare solo in alcuni mesi dell’anno, in agosto, ad esempio, è possibile trovare la granita di gelsi fichi bianchi, mentre solo a dicembre potrete assaggiare la granita di mandarino. Forse per questo le granite di Bam Bar sono così speciali: seguono il ritmo delle stagioni, ogni mese ha un suo frutto e quindi una sua specifica granita.

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La granita in Sicilia non è semplice ghiaccio tritato, ma assomiglia più a un sorbetto fatto con frutta fresca di stagione, da accompagnare con la brioche col tuppu (tipicamente siciliana, il cui nome deriva dalla forma che ricorda uno chignon, il tuppo in siciliano, che, un tempo, portavano le donne dell’isola) da inzuppare nella granita. I più golosi possono provarla anche con l’aggiunta di panna montata, rigorosamente artigianale.

Il mio viaggio a Taormina non poteva concludersi in modo migliore, seduta ad uno dei tavolini coloratissimi del Bam Bar, gustando una strepitosa granita ca brioscia.

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