Un itinerario a piedi alla scoperta di Trieste

Trieste troppo spesso viene considerata solo una città di passaggio per chi va a trascorrere le vacanze in Istria o in Slovenia. Ed invece è una città che merita una visita.
Trieste è una meravigliosa ed elegante città di confine. E’ una città dal cuore marinaro con il suo suggestivo golfo, ma anche di montagna con alle spalle il Carso, diversa da qualunque altra città di mare. Trieste è un mix di culture, di stili, di sapori.

Una città che si svela solo a chi ha voglia di scoprirla, una città che ha esercitato un fascino speciale su numerosi artisti e scrittori, che hanno lasciato un’impronta che si può percepire nella vita quotidiana di Trieste: come James Joyce, (scrittore irlandese che visse a Trieste per oltre un decennio e qui iniziò a scrivere la sua opera più famosa l’Ulisse, che proprio in questo mese, compie 100 anni dalla sua pubblicazione), Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, scrittore francese nominato console della città, Umberto Saba che qui nacque e visse, che definì Trieste una città con una scontrosa grazia.


Trieste è una città da visitare in ogni stagione dell’anno, una città capace di regalare tramonti sul mare da perdere il fiato, ma che può accoglierti con il freddo della Bora, o scaldarti con il calore di un capo in B, seduti al tavolino di uno dei tanti caffè storici della città come il Caffé Tommaseo, il più antico; Caffé degli Specchi in Piazza dell’Unità; Caffé Tergesteo e Caffé San Marco.

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Ecco un itinerario a piedi per andare alla scoperta dei luoghi più belli di Trieste:


1) Piazza Unità d’Italia
2) Cavana
3) Arco di Riccardo
4) La Cattedrale – Castello di San Giusto – Basilica di San Giusto
5) Scala dei Giganti
6) Teatro Romano
7) Borgo Teresiano
8) Piazza della Borsa
9) Passo della Portizza
10) Molo Audace

L’itinerario non può che partire da Piazza Unità d’Italia, la piazza principale di Trieste.

1) Piazza Unità d’Italia

A pianta rettangolare, con i palazzi che la circondano e l’apertura verso il Golfo di Trieste, è una delle piazze aperte sul mare più grande d’Europa, che la rendono una delle piazze più affascinanti di Trieste non solo di giorno, ma soprattutto alla sera. Definita “il salotto di Trieste”  è il luogo dove si svolge la vita cittadina e al quale sono più legati i triestini stessi.

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Da sempre terra di confine, oggetto di contese, nel corso dei secoli questa piazza ha cambiato nome numerose volte. In origine si chiamava Piazza San Pietro per l’esistenza nella piazza della chiesa di San Pietro, demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma nota anche come Piazza Grande, per distinguerla dalla Piazza Piccola situata dietro il palazzo del Comune, dal 1918, dopo un breve periodo nel quale era stata denominata Piazza Francesco Giuseppe, fu denominata Piazza Unità in onore dell’avvenuta annessione di Trieste all’Italia.

Dal 1955 dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e il ritorno all’Italia del “Territorio libero di Trieste”, assunse il nome di Piazza Unità d’Italia.

In origine la piazza si presentava molto più piccola di quella attuale e chiusa, dal lato verso il mare, dalla Torre del Porto, l’antica porta della piazza che dava sul “Mandracchio”, l’antico porto che si estendeva fino a metà dell’attuale piazza. Oggi in memoria dell’antico Mandracchio sono state poste nella pavimentazione delle luci blu ad indicare fino a dove arrivava il mare.

Durante il 1800 la piazza venne aperta verso il mare, il Mandracchio fu interrato e fu creato un grande giardino attorniato dai palazzi. Dopo il passaggio di Trieste al Regno d’Italia, nel 1933 la vegetazione fu sostituita da una pavimentazione in pietra e da due piloni in bronzo, inaugurati alla presenza del Duca Amedeo d’Aosta nel 1933, alti sei metri, alla cui base vi sono quattro statue di autieri, i soldati assegnati ai servizi automobilistici che sorreggono un’antenna, alta 25 metri, in cima alla quale vi è l’alabarda, il simbolo della città.

Davanti la piazza, si trova la breve scalinata che porta fino all’acqua, ai cui lati nel 2004 in occasione del 50° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia sono state collocate due statue di Fiorenzo Bacci:

  • le ragazze di Trieste”, le statue di due figure femminili intente a cucire la bandiera italiana;
  • un bersagliere immortalato mentre percorre le scale, a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto a Trieste il 3 novembre 1918.

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La piazza è incorniciata da eleganti palazzi: partendo da sinistra si susseguono numerosi; tra cui il Palazzo del Governo con il rivestimento delle facciate impreziosito da una decorazione di mosaici in vetro di Murano. Oggi sede degli uffici del Commissariato del Governo e della Prefettura.

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Palazzo Stratti, gioiello neoclassico, fatto costruire per volontà del mercante greco Nicolò Stratti, venduto alle Assicurazioni Generali nel 1872, ospita al piano terra lo storico Caffè degli Specchi, inaugurato nel 1839.Trieste-Palazzo-Stratti

Il palazzo del Municipio, con la sua facciata in stile eclettico, conferisce all’edificio una monumentalità di grande effetto. Sul corpo centrale si erge la torre dell’orologio, con due mori in bronzo, chiamati amichevolmente dai triestini, Micheze e Jacheze. Quelli attualmente visibili sono due copie delle originali di cui presero il posto nel 1972, poiché gravemente danneggiati dagli agenti atmosferici. Gli originali, oggi, sono esposti all’interno del cortile del Castello di San Giusto.

Opposto al Palazzo del Governo, è situato il Palazzo della Regione: già sede della compagnia di navigazione Lloyd Triestino di Navigazione, poi Lloyd Triestino, dal 1991 è sede degli uffici della presidenza e della giunta della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Nella parte bassa della facciata si possono ammirare due fontane, presenti all’interno di nicchie: quella più vicina al mare rappresenta Venere che affiora dai flutti ergendosi da una conchiglia, mentre l’altra, raffigura Teti, nella mitologia greca, la madre dei principali fiumi del mondo.

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Nella piazza sorge anche la Fontana dei Quattro Continenti costruita a metà dal 1700.

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Nonostante le sue dimensioni notevoli, si perde un po’ a causa della vastità della piazza.

Le quattro statue all’angolo della vasca rappresentano i quattro continenti con un animale. Ogni figura rappresenta uno dei quattro continenti fino ad allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America), non era ancora stata scoperta l’Australia: l’Europa col cavallo, l’Asia col cammello, l’Africa col leone e l’America col coccodrillo. Le statue presentano una particolarità hanno i lineamenti delle popolazioni che abitavano i quattro continenti. Altre quattro figure allegoriche, dalle quali sgorgava l’acqua, rappresentano quattro fiumi, uno per ogni continente: Danubio, Gange, Mississippi e Nilo. 

In cima alla fontana vi è la statua di una donna, distesa sulle rocce e circondata da botti, pacchi e corde, a simboleggiare la fiorente attività commerciale di Trieste all’epoca.

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2) Cavana

Da Piazza Unità d’Italia ci si addentra nella Città Vecchia di Trieste ed in particolare in Cavana, uno dei quartieri che insieme a San Giusto e l’antico ghetto ebraico, formano la città vecchia.

Cavana è un quartiere completamente pedonale, composto da piccoli vicoli stretti e spesso ripidi, popolata di botteghe, caffè e ristoranti, dominato dalla piazza Cavana, che fino al 1829 era chiamata Piazza del Sale, per un magazzino di sale che era posto in fondo alla piazza. Dopo la demolizione del magazzino la piazza cambiò il nome in Piazza Cavana, forse perchè a quell’epoca c’era nelle vicinanze una vecchia cava o dal nome della porta costruita nel 1471, nell’attuale via Cavana, e demolita verso la fine del 1700.

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Proseguendo dritto si giunge a Piazza Ortis quasi interamente occupata da un’enorme giardino dove si possono ammirare alberi pregiati, provenienti da paesi lontani, come ad esempio, il Ginkgo biloba di origine cinese.

Nella piazza, di fronte al giardino, si trova anche la Biblioteca Civica, di fronte ad essa, è stata collocata la statua dello scrittore Italo Svevo.

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Nel centro città di Trieste si trovano altre tre statue bronzee, divenute delle vere e proprie attrazioni turistiche, attraverso le quali il comune ha voluto rendere omaggio a scrittori che hanno scelto Trieste come protagonista delle proprie opere, come luogo in cui vivere o hanno influenzato la sua storia: James Joyce, Umberto Saba e Gabriele D’Annunzio.

Se volete fermarvi in un locale, dall’atmosfera metropolitana, con un arredamento curato nei dettagli, che vi riporti alla mente le calde ed accoglienti bakeries americane, non perdetevi MUG per assaporare dei gustosi dolci insieme a una tazza di buon caffè o un tè fumante, oppure assaggiare i loro piatti salati. Un consiglio assaggiate i cupcake sono favolosi !

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Cavana appare come un dedalo di tantissime stradine, dove un tempo si sviluppava il cuore popolare della città. Percorrendo, una stradina in salita, Via dei Capitelli (il cui nome è dovuto a 4 capitelli, ovvero edicole votive, raffiguranti la passione di Gesù Cristo, di queste, oggi, ne sopravvivono solo due) conosciuta anche come la Contrada dei Nobili perchè in questa strada, un tempo, vi era la maggior concentrazione delle abitazioni di nobili.

Al termine della stradina ci si ritrova dinnanzi a un singolare arco.

3) Arco di Riccardo

Situato in Piazza Barbacan si trova un arco davvero particolare, poiché è collegato ad una casa, dal quale sembra letteralmente uscire. L’arco di Riccardo raggiunge un’altezza di oltre sette metri, per circa cinque di larghezza e due di profondità. Anticamente era una delle prime porte romane di Trieste, costruita nel I sec a.C.

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L’origine del nome non è certa: alcuni ritengono che sia legato alla sua posizione, in quanto era legato all’ingresso della strada principale, conosciuto come “Arco di Cardo” che col tempo si storpiò in “Arco di Riccardo”; secondo una leggenda popolare, l’Arco è legato alla figura di Riccardo Cuor di Leone che, una volta tornato dalla Terra Santa, sarebbe stato tenuto prigioniero proprio a Trieste. Secondo un’ulteriore teoria il nome, invece, sarebbe una storpiatura di “Arco di Ricario”, cioè della sede della magistratura medievale che era situata lì accanto.

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Continuando la salita si giunge fino alla Cattedrale di San Giusto.

4) La Cattedrale – Castello di San Giusto – Basilica di San Giusto

La Cattedrale di San Giusto, la chiesa più importante di Trieste, sorge sull’omonimo colle che domina la città. La chiesa è il risultato dell’unificazione delle due chiese preesistenti: la Chiesa di Santa Maria e la Chiesa dedicata al martire San Giusto, patrono della città.

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L’unione avvenne tra il 1302 e 1320 per volontà del vescovo, Roberto Pedrazzani da Robecco, che diede così alla città questa cattedrale maestosa, ma dalla facciata semplice, impreziosita da un grande rosone gotico di origine trecentesca e da un portale centrale, con elementi di una stele funeraria romana. Sopra il portale vi è una lapide a ricordo del bombardamento austro-inglese del 1813 contro le truppe napoleoniche che si nascondevano nel vicino Castello. Sul muro del campanile, poi, che ingloba anche i resti di un tempio romano, sono visibili, ancora oggi, alcune palle di cannone.

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Imperdibile l’ingresso all’interno della cattedrale per ammirare i mosaici bizantini, risalenti al 1100-1200, che rivestono le absidi. 

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Accanto alla Cattedrale c’è il Castello di San Giusto, l’altro simbolo di Trieste: fondato da Federico III d’Asburgo nella seconda metà del 1400, che, in cima al colle di San Giusto, fece costruisce una casa fortificata, affiancata da una torre, per ospitare il capitano imperiale, che aveva il compito di controllare il borgo cittadino, quello che oggi è conosciuta come “Casa del Capitano”. Nei secoli seguenti, intorno alla Casa del Capitano, i Veneziani e Austriaci modificarono la struttura, conferendo al Castello, l’odierno  l’aspetto, massiccio e di grande impatto. 

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All’interno del maniero è allestito il Museo Civico del Castello. (Il Castello di San Giusto e il Museo Civico del Castello sono aperti da martedì a domenica. Il biglietto d’ingresso dà accesso non solo al castello, ma anche al camminamento sulle mura, da dove si può osservare un magnifico panorama della città).

Vicino al Castello di San Giusto, sono presenti resti della Basilica Romana, in particolare le colonne originali e due ricostruite fedelmente, rivestite con i materiali rinvenuti sul luogo.

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(Foto di Sara Promenzio)

La basilica, risalente al II secolo dopo Cristo e scoperta solo nel 1929, aveva una pianta a tre navate di quasi novanta metri di lunghezza per circa ventiquattro di larghezza, era il luogo dove si svolgevano le sedute del tribunale e gli affari dei mercanti. Nel mondo romano, infatti, il termine basilica non indicava un luogo religioso, ma bensì un edificio destinato all’amministrazione della giustizia o all’esercizio degli affari.

Dal piazzale della basilica si può giungere in centro città, percorrendo in discesa la Scala dei giganti.

5) Scala dei giganti

Una lunga e ripida scala in arenaria, costruita, poco prima della metà del 1800, con gradoni estremamente alti, tra i 50/60 centimetri, quasi fosse stata realizzata per dei giganti, da qui il nome popolare di Scala dei Giganti, il nome popolare venne mantenuto nel tempo e divenne, poi, ufficiale. 

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La scala, realizzata in stile neoclassico, presenta una struttura a doppia rampa, impreziosita da nicchie e statue, fontane e piccoli belvederi dai quali ammirare la città da una prospettiva insolita.

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(Foto di Sara Promenzio)

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Arrivati in Piazza Goldoni, si può svoltare in Corso Italia e giungere al Teatro Romano.

6) Teatro Romano

L’antico teatro, costruito dai romani, tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.C., poteva ospitare sulle sue gratinate, costruite sfruttando la naturale pendenza del colle, tra i 3500 e 6000 spettatori. Qui si poteva assistere a tragedie, commedie e, sembra, in seguito ai ritrovamenti di alcuni elmi, anche ai combattimenti tra gladiatori. 

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(Foto di Sara Promenzio)

Per secoli il teatro, che all’epoca della sua costruzione, si trovava in riva al mare, fu considerato perduto, nascosto dalle case che vi avevano edificarono sopra. Solo nel 1938, durante la demolizione di una parte della città vecchia, venne riportato alla luce.

Da qui potete giungere ad uno degli scorci più belli della città: il Borgo Teresiano con il Canal Grande e le sue barche colorate.

7) Borgo Teresiano

E’ uno dei quartieri più antichi e carichi di storia del centro di Trieste: con la Chiesa di Sant’Antonio, costruita in stile neoclassico, caratterizzata da una massiccia facciata e sei alte colonne ioniche e il Canal Grande, il canale navigabile, perpendicolare al lungomare, fatto costruire, dopo l’interramento delle saline per permettere alle merci di arrivare direttamente alle botteghe.

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Oggi, qui, si trovano una grande varietà di caffè e ristoranti con tavolini all’aperto, che conferiscono al quartiere un’atmosfera unica, vivace e colorata.

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Voluto dall’Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo VI e, dopo la sua morte, da Maria Teresa d’Austria, prima imperatrice d’Austria, da cui prende il nome, anche se, durante il suo regno, non visitò mai Trieste.

Su Ponte Rosso, uno dei due ponti che attraversano il canale, chiamato, così, perchè anticamente era in legno, tinteggiato di rosso, è stata collocata la statua, in bronzo, dedicata a James Joyce.

L’imperatrice, grazie all’attuazione di numerose riforme, in ambito scolastico, istituzionale e finanziario, permise la prosperità della città. Inoltre, grazie all’ “Editto di tolleranza”, che decretò la libertà di culto, concesse alle varie comunità religiose di costruire, a Trieste, le proprie chiese.

A pochissimi passi di distanza dalla Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo si trova, ad esempio, il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, dal chiaro gusto bizantino, caratterizzato da una grande cupola azzurra e da quattro cupole più piccole ai lati.

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Tra i numerosi palazzi storici che si affacciano lungo le rive del Canal Grande spicca il Palazzo Gopcevich, una delle testimonianze più significative dello stile eclettico a Trieste: la facciata è caratterizzata da numerose decorazioni, tra cui un disegno a greche rosse e gialle. Il palazzo, dal 2006, ospita il Museo Teatrale Carlo Schmidl, che, attraverso locandine, fotografie, costumi di scena, oltre a strumenti musicali, gioielli, locandine, dipinti, documenta la storia teatrale e musicale, a Trieste, dal Settecento ai giorni nostri. Il Museo nacque nel 1924, per volontà del collezionista ed editore musicale Carlo Schmidt.

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Una sezione del museo è interamente dedicata agli strumenti musicali e all’archivio personale di Giorgio Strehler, uno dei più grandi registi del Novecento, fondatore del Piccolo Teatro di Milano.

Da Palazzo Gopcevich, attraversando il Passaggio Joyce, il ponte pedonale che collega due sponde del Canal Grande, realizzato con una struttura in acciaio e parapetti in vetro infrangibile, soprannominato dai triestini Ponte Curto, per un presunto errore di progettazione, si giunge in Piazza della Borsa.

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8) Piazza della Borsa

Piazza della Borsa è definita anche il secondo salotto buono cittadino, dopo Piazza Unità d’Italia. Una piazza dalla forma irregolare, che colpisce per il Palazzo della Borsa Vecchia (oggi sede della Camera di Commercio) la cui facciata principale si presenta come un tempio greco, in stile dorico, con quattro imponenti colonne.

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Nella piazza si trova anche la Fontana del Nettuno utilizzata, fino al 1887, dalle donne del borgo per lavare i panni e una statua raffigurante Gabriele D’Annunzio, seduto su di una panchina mentre è assorto nella lettura. (D’Annunzio fu uno dei massimi rappresentante dell’irredentismo, il movimento politico-culturale, sviluppatosi a metà del 1800, tra gli Italiani in favore dell’estensione dei confini nazionali alle regioni che avevano una prevalenza di popolazione italiana, ma soggette, in particolare alla sovranità dell’Austria).

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La statua, collocata nel 2019, per celebrare i 100 anni dall’impresa di Fiume, durante la quale D’Annunzio guidò una spedizione per l’occupazione della città di Fiume, che non era stata annessa all’Italia, ha suscitato diverse polemiche perché fu considerata da molti come un riconoscimento di un’ideologia in profondo contrasto con i valori europei.

Sulla piazza si affacciano numerosi palazzi, oggi adibiti a sedi bancarie, bar e negozi, ad uno di questi è legato la nascita dei coriandoli: durante il Carnevale del 1876 il quattordicenne Fenderl, che abitava in uno degli edifici della piazza, non potendosi permettere i costosi confetti o petali di rose, che era consuetudine lanciare sulle maschere in strada, ritagliò dei piccoli triangoli di carta colorata e li lanciò sul corteo dalle finestre di casa sua, uno dei palazzi che si affacciano su Piazza Borsa. Da notare sulla piazza sorge anche la Casa della Portizza (una casa in stile impero, chiamata così per l’androna, conosciuto anche come Passo della Portizza, che attraversa il pianterreno e collega piazza della Borsa con via delle Beccherie).

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9) Passo della Portizza

Il passo corrisponde ad una delle antiche porte nelle mura della città, che si apriva su Canal “Piccolo” o “del Vino”, oggi completamente interrato, il più piccolo dei due canali navigabili che servivano d’acqua le saline e dove si inoltravano le imbarcazioni da carico. Dall’atmosfera che si viveva in questa zona, in tempo passati, nasce l’espressione triestina “far gheto” ossia far rumore, far confusione.

Attraversando il passo si accede all’antico ghetto della città, un intrigo di stradine piene di antiquari, di librerie, oltre a numerosi locali e ristoranti dove fermarsi per un aperitivo o una cena.

Ultima tappa di un itinerario a piedi alla scoperta di Trieste non può che essere il Molo Audace. Oltrepassando nuovamente il Passo della Portizza, si può accedere a Piazza Unità d’Italia e da qui raggiungere il Molo Audace: il luogo perfetto per passeggiare ed ammirare un tramonto infuocato ed il profilo della città da una prospettiva differente.

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10) Molo Audace

Situato davanti alla piazza, il Molo Audace è un vero e proprio simbolo della città: una passarella di pietra, che prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e l’annessione all’Italia. 

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La sua storia è molto più antica, risale, infatti, alla metà del 1700, quando la nave da guerra San Carlo affondò con i suoi oltre 70 cannoni vicino alla riva di Trieste. Considerato che rimuovere il relitto avrebbe significato un enorme spreco economico, si decise di usarla come base per un molo, che fu chiamato “San Carlo”, dal nome della barca affondata.

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Il primo Molo San Carlo, lungo solo 95 metri, era un piccolo ponte di legno, che univa l’area del relitto alla terraferma. Col passare degli anni venne allungato sempre più, fino a quando il ponte venne eliminato, congiungendo direttamente il molo alla terraferma. 

Fino alla Prima Guerra Mondiale il molo San Carlo era utilizzato come attracco sia per le navi mercantili che per quelle passeggeri.

Dal Molo Audace si può anche osservare l’Ursus, il vecchio gigante, il pontone-gru, alto 70 metri, vero pezzo di archeologia industriale, risalente al 1914, dichiarato, poi, Bene di interesse culturale.

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Protagonista di serie tv, la più famosa “La Porta Rossa”, ma anche di fughe avventurose a causa delle forte raffiche di bora, che avevano rotto le catene che lo tenevano ancorato, trascinandolo a largo del Golfo.

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Passeggiando lungo il Molo Audace si ha davvero l’impressione di trovarsi in mezzo al mare; alla sera, poi, camminate lungo tutto il Molo Audace, fino a giungere alla rosa dei venti (ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla Marina Italiana) senza mai girarvi, e, poi, voltatevi per ammirare Piazza Unità d’Italia in tutta la sua bellezza, con i palazzi sapientemente illuminati: sicuramente uno dei migliori modi per salutare Trieste, capace di regalarvi sensazioni uniche.

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Se avete solo poche ore a disposizione potete scegliere di scoprire le vie principali e i monumenti di Trieste, una delle città più enigmatica d’Italia, comodamente seduti a bordo di un autobus turistico! (Qui il link per consultare gli itinerari e le fermate dell’autobus turistico di Trieste).

Autobus turistico di Trieste

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10 commenti

  1. Mamma mia che bella che è questa città! Sto pregando quasi in ginocchio il mio compagno di andarci insieme, ma se non si decide, mi sa che ci andrò da sola! E’ da tempo che desidero visitare Trieste, e dopo aver letto Qui, non ho dubbi! Ci andro !

    • Spero tu riesca a convincerlo ! Magari fagli leggere anche l’articolo sul Castello di Miramare, credo che dopo anche lui non vedrà l’ora di accompagnarti a Trieste!

  2. Da tanto, troppo tempo desidero organizzare un viaggetto a Trieste! Ho sentito pareri discordanti su questa città, ma vedo che è davvero bella, affascinante e ricchissima di storia e luoghi incantevoli. Quasi quasi ci faccio un salto in primavera… 🙂

    • Le opinioni contrastanti su Trieste, sono legati al fatto che è una città che si fa scoprire poco a poco, non è una di quelle città che ti colpiscono al primo sguardo. Ma sono sicura che ti affascinera’ e poi in primavera è splendida..

    • Spero ti possa essere utile ! Se hai bisogno di qualche ulteriore info, non esitare a scrivermi.

  3. Vale il viaggio!! Sensazioni ed emozioni forti legate alla sua Storia, e non solo recente…..che solo le città di frontiera possono dare. La presenza di tante istituzioni nazionali ed internazionali legate al mondo della scienza e più in generale della cultura sono un valore aggiunto…

    • Hai ragione, il fascino di Trieste risiede proprio nell’essere una terra dove per secoli si sono incontrate culture e popoli diversi. E proprio per questo continua ad essere una città “schiva”, come la definì Saba, che ha bisogno di tempo per essere capita ed apprezzata.

    • Visto che era un itineraio a piedi non avevo considerato di dare consigli su dove parcheggiare. È vero che spesso parcheggiare a Trieste tra ZTL di tipo A e B, non è un’impresa facilissima. I parcheggi gratuiti sono molto pochi, ma vi sono diversi parcheggi a pagamento nei pressi del Teatro Romano, il Park San Giusto, oppure a pochi minuti da Piazza Unità d’Italia, si trova il Molo IV Parking.

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