Uno dei borghi di mare più belli della Liguria, un vero e proprio gioiello della costa spezzina, un borgo tra poesia e mare: case dipinte in mille tonalità di giallo, arancione e rosso, un castello medioevale, costruito a picco su una collina, spiagge dorate e acqua cristallina.
Ecco come mi appare Lerici.
Un luogo che ha fatto innamorare artisti e scrittori, dai grandi poeti romantici Byron e Shelley, a sua moglie Mary Shelley, autrice del celebre romanzo Frankestein, passando per Dante che cita il borgo nel terzo canto del Purgatorio, fino a Giosuè Carducci e Gabiele D’Annunzio.
Lerici, mi colpisce subito per l’atmosfera che si respira, in questo piccolo paesino ricco di ristorantini e negozietti, la vita scorre ancora secondo ritmi lenti, nonostante sia diventata una delle mete predilette da chi sceglie di visitare il Golfo dei Poeti (ovvero l’ultimo tratto della Costa Ligure che si estende da Portovenere fino a Lerici) conserva ancora tutta la sua identità ligure ed è riuscito a non farsi travolgere dalla frenesia del turismo di massa.
Lerici sembra uscito da un dipinto con le sue casette arroccate sulla collina, un piccolo porticciolo turistico, che ospita colorate barchette dei pescatori che arrivano con carichi di pesce freschissimo che vendono anche al dettaglio in una pescheria ai piedi del castello.
Da qui partono, anche, i traghetti per Portovenere, le Cinque Terre, La Spezia e Portofino.
Partendo dal lungomare inizio a visitare il borgo.
Da Piazza Garibaldi, la piazza principale del borgo, inizio a visitare mi addentro nel suo centro storico, un susseguirsi di vicoli e scorci caratteristici.
Un piccolo paese tipicamente ligure con i carrugi che separano le case, dalle svariate tonalità pastello, dal giallo passando per l’arancione, salendo verso la collina, questi vicoli stretti diventano mulattiere in selciato.
Passo accanto a numerosi negozi di artigianato e boutique, con prodotti di alta qualità, dove si respira tutto il fascino delle antiche tradizioni.
Nella piazza centrale sorge anche la Torre di San Rocco con accanto l’annesso oratorio di San Rocco. La torre, d’epoca romana, in origine aveva una funzione soprattutto difensiva e solo nel XVI secolo, quando venne aggiunta sulla sua sommità, una cuspida ottagonale, di chiara ispirazione orientaleggiante, divenne il campanile della chiesa dell’Oratorio. L’oratorio, invece, venne edificato su un precedente “ospitale” che accoglieva i numerosi pellegrini che giungevano in porto diretti alla via Francigena.
Da Piazza Garibaldi, salendo lungo i caruggi proseguo, giungo fino alla Chiesa parrocchiale di San Francesco, di origine seicentesca, dallo stile sobrio e pulito, conosciuta anche con il nome Santuario di Nostra Signora di Maralunga: la chiesa deve il suo nome ad un dipinto raffigurante la Madonna con Bambino che, secondo la leggenda, alcuni pescatori trovarono, in circostante miracolose, nella seconda metà del XV secolo, sugli scogli della punta di Maralunga, una penisola, situata ad est del Castello.
Oggi, come allora, il centro nevralgico di Lerici è sicuramente il suo Castello, d’impronta medievale, uno degli esempi di significativi di archittetura castellana di tutta la Liguria.
Il castello venne costruito su un piccolo promontorio, a picco sul mare, che domina non solo l’intero centro storico, ma anche la zona del porticciolo. Per raggiungere è possibile percorrere la scalinata situata lungo il molo, oppure utilizzare l’ascensore gratuito che conduce fino alla sua sommità.
Oltre per la bellezza del panorama che si può godere dall’alto, il castello di Lerici, al suo interno ospita spesso mostre d’arte.
Ritorno in Piazza Garibaldi, da qui, dopo un’immancabile pausa a base di focaccia ligure, decido di percorrere, a piedi, la passeggiata da castello a castello, che da Lerici conduce fino a San Terenzo.
PERCORRERE LA PASSEGGIATA DA CASTELLO A CASTELLO
Una delle particolarità di questo tratto di costa ligure è, proprio, legata al fatto che alle sue due estremità sorgono due castelli, che sembrano quasi guardarsi, da lontano: quello di Lerici e quello di San Terenzo.
I due castelli sono collegati da una passeggiata, pedonale, che costeggia tutto il lungomare. Ho l’impressione di trovarmi all’interno di un dipinto, passo accanto a ville dal fascino antico, balconi fioriti, la passeggiata è tutto un alternarsi di spiagge e scogliere, da sottofondo solo il rumore delle onde che si infrangono contro gli scogli o la battigia.
Questa strada che unisce Lerici a San Terenzo proprio per il suo fascino e la sua bellezza ha vinto il premio Meraviglia Italiana, prestigioso riconoscimento istituito dal Forum Nazionale dei Giovani in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Mentre percorro la passeggiata arrivo alla Venere Azzurra, un’insenatura naturale circondata alle spalle da una verde collina, dinnanzi a se il mare aperto con all’orizzonte le isole del Tino e della Palmaria. La Venere Azzurra è divenuta famosa per la sua spiaggia di sabbia finissima e per essere stata premiata dal 2000 ad oggi non solo della Bandiera Blu, ma anche dalle quattro vele di Legambiente per la qualità delle acque e dei servizi che offre, tra cui l’entrata libera, opportunità di relax, divertimento e sport.
Ed è proprio mentre percorro i circa 2, 5 Km che separano Lerici da San Terenzo, immersa in una quiete surreale, cullata dal rumore delle onde e baciata dai timidi raggi di sole che cercano di farsi strada tra la coltre di nubi grigie che mi hanno accompagnato per tutta la mattinata, mi rendo conto che il “vero” viaggiatore non è colui che visita il maggior numero di paesi.
Viaggiare non è una gara con se stessi o con gli altri per collezionare il maggior numero di paesi.
Credo fortemente che sia erronea la convinzione di coloro secondo i quali i viaggi per essere degni di questo nome devono necessariamente spingerti verso terre e mari lontani.
Viaggiare è conoscenza, assaporare la bellezza dei luoghi, della vita, indipendentemente da quanto siano distanti dalla nostra quotidinità.
Ogni viaggio è conoscenza, ogni viaggio è una scoperta, è un viaggio anche “interiore”, in quanto ti permette di uscire dalla propria zona di comfort, e ti approcciarti alle novità. Da ogni viaggio torna a casa con un nuovo bagaglio di conoscenze, perchè viaggiare è scoprire tradizioni locali, costumi e stili di vita dievrsi dal proprio.
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[Articolo scritto in collaborazione con @momondo]