La Toscana è sicuramente il più celebre biglietto da visita per l’Italia: ogni anno milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo la scelgono come meta delle loro vacanze!
Immediatamente si pensa a Firenze, la terra dei Medici, la culla del Rinascimento, uno scrigno di bellezze uniche al mondo, dove tra le sue vie, nelle sue piazze, nei suoi palazzi si respira arte allo stato puro.
Chi di noi, poi, non ha visto, almeno una volta, una fotografia delle colline toscane con i suoi rinomati vigneti che si estendono per migliaia di ettari, regalando paesaggi incantevoli?
Stranamente, però, vi era un angolo di Toscana che non avevo ancora visitato: Siena, una città medioevale dalle forti tradizioni, dove il tempo sembra essersi fermato con quel suo fascino unico.
E così complice un weekend libero e in meno di 48 ore ero già sul treno che mi avrebbe condotto nel cuore della Toscana.
Siena è famosissima nel mondo per il suo Palio, la competizione equestre tra le Contrade (gli antichi quartieri) che si corre proprio nel cuore della città in Piazza del Campo, due volte all’anno precisamente il 2 Luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta).
Quest’anno, però, si è corso anche un’edizione straordinaria, il 20 ottobre, per celebrare il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.
Anche se non lo avevo programmato, ho avuto la fortuna di trovarmi in città proprio a ridosso dell’edizione straordinaria e vivere, così, appieno quell’atmosfera unica di cui si anima la città.
Appena scesa dal treno mi dirigo subito verso il centro storico, camminando per le sue strade medioevali, ad ogni angolo mi imbatto nei colori e negli stemmi delle diverse contrade, le bandiere mosse da una leggera brezza e mi rendo, così, conto dell’importanza che il Palio e le diverse contrade rivestono nella quotidianità dei senesi.
Saranno i suoi vicoli stretti con quel sapore medioevale costellati di botteghe, negozi di prodotti tipici e ristoranti, sarà il famoso colore rosso dei palazzi o l’inconfondibile Piazza del Campo, ma Siena è una città unica, una di quelle di cui ti innamori al primo sguardo.
PIAZZA DEL CAMPO
E proprio Piazza del Campo, a mio avviso, è il punto di partenza ideale per visitare Siena. Una delle piazze più celebri e particolari al mondo grazie alla sua forma inconfondibile a conchiglia, con nove spicchi, leggermente in pendenza, con quel color mattone, dato dalla pavimentazione in cotto, sembra quasi ti voglia stringere in un caldo abbraccio, quello stesso colore ripreso anche dalle sfumature dei colori dei palazzi che si affacciano sulla piazza.
Un rito quasi obbligatorio appena arrivi è quello di sedersi in mezzo alla piazza, su quella pietra a mattoni rossi che trasuda storia, incorniciata da un anello di pietra serena, un’arenaria tendente al grigio che accentua l’impatto estetico, e lasciarsi rapire da tanta bellezza!
Il contrasto tra l’azzurro del cielo e i caldi colori della piazza, è qualcosa di unico. La pendenza della piazza, poi, rende tutto ancor più suggestivo, la sagoma del Palazzo Pubblico con la Torre del Mangia sembrano ancora più imponenti e se chiudi gli occhi, ti sembra quasi di poter sentire il rumore degli zoccoli dei cavalli.
La costruzione di Piazza del Campo, che nel 1995 è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, risale al XIII secolo sotto il famoso “Governo dei Nove” che iniziò a pensare a una sede “neutra” per il governo della città (Palazzo Pubblico). Ricordate la suddivisione in nove spicchi della Piazza? E’ proprio a memoria del Governo Nove.
Non è un caso quindi se Piazza del Campo e il Palazzo Pubblico non appartengono ad alcuna delle contrade in cui è divisa la città di Siena.
E’ proprio su questa piazza che due volte all’anno, si corre il famoso Palio di Siena, l’evento più atteso da tutti i senesi, l’evento per eccellenza in cui le varie contrade si sfidano in una corsa a cavallo.
Vale la pena vedere la piazza sia di giorno che di sera quando è illuminata! L’atmosfera che si respira al calar delle tenebre è qualcosa di magico, e anche l’esperienza di sedersi in mezzo alla piazza assume contorni fiabeschi, complice la particolare illuminazione e la forma tondeggiante della piazza si può vedere il cielo completamente circondato dai palazzi.
In Piazza del Campo vi sono una serie di bar e ristoranti dove potersi fermare per mangiare qualcosa o anche solo per un aperitivo, alcuni danno la possibilità di sedersi sui tavolini posti all’esterno su dei graziosi balconi che danno direttamente sulla piazza e godere dello spettacolo nella sua vastità.
Io ho scelto di cenare in un locale, situato in uno dei vicoli, che si affacciano direttamente su Piazza del Campo: Te Ke Voi? un piccolo locale rustico, ma molto suggestivo, con all’interno una finestra panoramica che dà direttamente sulla piazza.
Anche l’atmosfera del vicolo dove sono posizionati alcuni tavoli all’aperto è davvero incantevole.
Non fatevi ingannare dal fatto che sia un locale turistico e dall’assenza di servizio al tavolo (alla cassa vi verrà consegnato un dispositivo elettronico che vi avvertirà quando il vostro ordine sarà pronto), sebbene possa ricordare un fast food, Te Ke Voi? è più un “quality food”, qui viene reinterpretato il cibo da strada con prodotti della tradizione Toscana, si spazia dalle focacce ripiene, agli hamburger, ai taglieri, fino alle donzelle ovvero della pasta della pizza fritta e ripiena.
Sicuramente una bella scoperta!
LE CONTRADE
Le 17 Contrade, ovvero le storiche suddivisioni della città, si giocano il Palio di Siena, secondo una divisione rimasta immutata dal 1729 ad oggi: ad ogni “Carriera” (come viene tradizionalmente chiamata la corsa), partecipano solo i favoriti, ovvero 10 contrade. Secondo il regolamento, infatti, corrono di diritto le sette contrade che non hanno corso il Palio corrispondente dell’anno precedente, e un mese circa prima della Carriera vengono estratte a sorte le tre contrade mancanti.
Ognuna delle 17 contrade ha la propria chiesa, il proprio centro sociale, il proprio museo, la propria fontana, oltre allo stendardo con animale araldico, dal quale quasi tutte prendono il nome e che viene riprodotto su varie targhe affisse in città. A Siena il concetto di contrada è molto sentito e tutto l’anno ruota attorno agli eventi legati al Palio e anima i suoi contradaioli.
A Siena non si fa il tifo per una Contrada, ma si appartiene ad essa per diritto di nascita. La contrada per ogni senese è il ricordo dell’infanzia, è la propria nazionalità: un dovere ed un diritto, che dura per tutta la vita, anche nel caso in cui cambia casa e ci si trasferisca nel territorio di un’altra contrada.
Ogni contrada è un territorio a se stante, governato da proprie leggi e regole. Sebbene oggi non esistano più le differenze sociali fra le varie contrade, resta viva proprio la fedeltà alla propria contrada, cui si appartiene ed è elemento fondamentale della vita sociale senese. Dopo il battesimo in chiesa, infatti, ai bambini ne viene impartito un altro, un secondo “battesimo”, con l’acqua della fontana della contrada: in occasione della festa del Santo Patrono del rione, il Priore o Governatore bagna i capelli del nuovo nato ed annoda il fazzoletto della contrada al collo del neo-battezzato, consacrando così lo status di contradaiolo.


Contradaiolo si può anche diventare: chi abita al di fuori delle mura od in un’altra città, può scegliere, infatti, per simpatia una Contrada, e partecipare alla sua vita.
Per capire meglio come funzionano le contrade, una buona idea è quella di visitare uno dei musei delle contrade, ognuno dei quali espone i trofei vinti nel Palio, la prenotazione della visita ai rispettivi musei è, però, obbligatoria (per maggiori informazioni musei di contrada).
Piazza del Campo si trova nel punto nodale dove si diramano le tre principali vie cittadine, sulla piazza si affacciano il Palazzo Pubblico, di fianco alla Torre del Mangia, la Fonte Gaia in Piazza.
PALAZZO PUBBLICO
Affacciato su Piazza del Campo rappresenta uno dei più eleganti esempi di architettura gotica. Fu sede del Governo dei Nove e ancora oggi questo palazzo, a distanza di secoli, continua a ospitare l’ufficio del Sindaco e alcuni uffici comunali. Dagli anni Trenta del secolo scorso gran parte è adibita a Museo Civico cittadino qui sono conservati numerosi capolavori dell’arte senese, tra cui il celeberrimo affresco dell’Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo di Lorenzetti.
TORRE DEL MANGIA
Sul lato sinistro del Palazzo Comunale, sorge la Torre del Mangia, una costruzione snella ed elegante in laterizio che dall’alto dei suoi 88 metri sovrasta Piazza del Campo. Più di 400 scalini, un po’ ripidi e stretti, vi separeranno dalla cima, ma la vista che si gode dall’alto è qualcosa a dir poco spettacolare, una vista a 360° su tutta Siena.
Il suo nome singolare deriva dal primo custode della torre, Giovanni di Balduccio, detto il Mangiaguadagni, perché era solito sperperare tutti i suoi guadagni nelle osterie di Siena. Questo suo amore per la tavola ha dato il nome ad una delle torri più importanti d’Italia.
FONTE GAIA
Nella Piazza del Campo si trova la più grande fontana cittadina decorata: la Fonte Gaia.
La Fonte, collocata nel punto più alto della piazza, venne in seguito decorata con le sculture di un importante maestro del Rinascimento senese Japopo della Quercia. Quelle che vediamo oggi sono, però, copie realizzate nel 19° secolo, realizzate in marmo di Carrara, molto più resistente delle originali, conservate presso il Complesso Museale di Santa Maria della Scala. La Fonte fu chiamata, così, per ricordare la gioia dei senesi nel momento in cui l’acqua sgorgò per la prima volta in Piazza del Campo. Fu necessario la realizzazione di un’imponente opera idraulica con una lunga galleria per portare l’acqua fino alla parte alta della piazza.
Siena, infatti, sorge sulle colline e a differenze di tante altre città italiane è priva di una fonte naturale. Per questo motivo i senesi hanno sempre dovuto faticare molto per portare l’acqua dentro le mura. Sotto la città è stato costruito, durante i secoli, un sistema di gallerie sotterranee lunghe chilometri, i bottini, che hanno garantito l’acqua alla città portandola dalle campagne circostanti fin dal 12° secolo.
A quei tempi risale anche la leggenda di un fiume sotterraneo, la Diana, che i senesi per secoli hanno continuato a cercare invano.
PALAZZO SALIMBENI
Uno dei luoghi-simbolo della città senese, situata a breve distanza dalla Piazza del Campo, tra palazzi medievali, chiese nascoste e fontane suggestive, lungo uno dei corsi principali, Via dei Banchi di Sopra, sorge Palazzo Salimbeni.
Sede storica del Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo ancora in attività, nata ai primi del XV secolo, quando la Repubblica di Siena confiscò l’immobile alla potente famiglia Salimbeni. Di giorno il palazzo, sebbene sia uno dei più belli della città, non cattura l’attenzione, è alla sera che, invece, si rivela in tutta la sua bellezza grazie anche alla suggestiva illuminazione.
Il Duomo
Proprio sopra Piazza del Campo si trova uno dei capolavori del romano-gotico italiano: il Duomo, conosciuto anche come la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Un imponente struttura con una meravigliosa facciata in marmo bianco e nero.
Dalla cupola, alle volte e gli archi della navata centrale, alla meravigliosa Libreria Piccolomini, dove è possibile ammirare gli stupendi affreschi del Pinturicchio, passando per il pavimento realizzato in commesso marmoreo, ovvero una derivazione di un particolare tipo di mosaico chiamato mosaico a sezioni, un esempio unico nel suo genere (per esigenze di conservazione, il pavimento rimane coperto per gran parte dell’anno e può essere ammirato solo tra fine agosto e fine ottobre, quando viene scoperto) fino alle opere firmate da Donatello, Nicola Pisano, Michelangelo e Pinturicchio.
Oltre alla Cattedrale, del complesso del Duomo fanno parte anche la Cripta, il Battistero e il Museo dell’Opera. Un itinerario bellissimo che attraverso l’arte sacra regala emozioni e uno spettacolo di rara bellezza architettonica ed artistica.
Dal Duomo si può anche accedere al Facciatone e ammirare un meraviglioso panorama della città. Il Facciatone è ciò che rimane dell’idea di costruire una grande ed immensa cattedrale che doveva inglobare al suo interno l’attuale Duomo di Siena, che doveva, quindi, essere molto più grande e maestoso di quello che possiamo ammirare oggi.
PINACOTECA NAZIONALE
Uno dei luoghi che vi consiglio di visitare è sicuramente la Pinacoteca nazionale: il Museo statale più importante della città. Tre piani che ripercorrono l’evoluzione della pittura senese dal XIII al XVIII secolo. Qui sono conservate opere di Duccio di Buoninsegna, tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese, accanto a opere di Giovanni Antonio Bazzi detto “Il Sodoma”, uno dei maggiori interpreti della pittura senese della prima metà del ‘500. All’ultimo piano del museo è, poi, conservata la Collezione Spannocchi Piccolomini, una delle famiglie più importanti di Siena dall’XI al XIX secolo: ne fanno parte artisti italiani, fiamminghi e tedeschi del Quattrocento e del Cinquecento.
Questa prima giornata a Siena si conclude presso una delle tante osterie della città.
Siena non è solo una città d’arte, ma anche una città con una forte tradizione culinaria che non ti delude, ingredienti freschi e di prima qualità si spazia dai crostini, ai salumi toscani, passando per i pici, una sorte di spaghettoni rustici fatti a mano con acqua, farina e olio, e concludendo con un assaggio di dolci tipici (panforte, ricciarelli e cantucci). Il tutto accompagnato da un bicchiere di Chianti, il vino dal colore rosso rubino, più famoso d’Italia.
La mattina seguente mi sveglio presto, mi aspetta una nuova giornata di “trekking urbano” da trascorrere accompagnata dalle continue salite e discese della città.
Mi sono svegliata con una gran voglia di continuare a esplorare la città e, così, mi dirigo verso la Fortezza Medicea, costruita nel 1560 da Cosimo de’ Medici. Dall’alto dei suoi bastioni cinquecentesca si gode di una bellissima vista su Siena e sui campi che la circondano.
Attualmente è occupata anche dalla sede della Fondazione Siena Jazz, una delle scuole di musica jazz più importanti d’Europa. Nei sotterranei è presente, poi, l’Enoteca Italiana, che promuove mostre, manifestazioni e convegni sul vino in tutto il mondo, vi anche la possibilità di degustare i migliori vini nostrani, mi spiace solo di non essermi fermata, ma vista l’ora era troppo presto per iniziare a bere !!!
Il tempo scorre lento a Siena, senza fretta, decido, quindi, di non seguire più la mappa e di continuare la giornata passeggiando senza meta, lasciandomi guidare solo dall’istinto per scoprire vicoli lontani dai classici itinerari turistici.
Una delle cose più belle di Siena, nonostante le salite e discese, è proprio quella di camminare senza meta, “perdersi” lungo i suoi viottoli, quindi ricordate di indossare scarpe comode e, poi, lasciatevi stupire da tanta bellezza, curiosate tra le vetrine dei negozi, immergetevi tra i colori e gli stemmi delle diverse contrade.
Tra una salita e una discesa mi trovo di fronte la Basilica di San Domenico.
BASILICA DI SAN DOMENICO
Appena fuori le mura trecentesche di Siena, una delle chiese gotiche più famose, soprattutto perchè è qui conservata la testa-reliquia di Santa Caterina, patrona della città e compatrona d’Italia. Una chiesa apparentemente spoglia, ad una navata, ma ricca di opere d’arte di inestimabile valore tra cui gli affreschi del “Sodoma”, al secolo Antonio Bazzi, discepolo del grande Leonardo da Vinci.
Dall’esterno si gode di un bellissimo panorama con una vista privilegiata sul Duomo.
Da qui dopo un continuo saliscendi raggiungo la più grande delle fonti di Siena: Fontebranda.
FONTEBRANDA
Situata nella vallata sotto la Basilica di San Domenico, la Fontebranda, la più antica e famosa delle fonti medievali, è caratterizzata da una struttura imponente che protegge le vasche, ben visibile da più punti della città.
Una curiosità: Fontebranda è stata menzionata anche da Dante nella Divina Commedia e precisamente nell’Inferno, il quale attribuiva alla sua acqua la “bessaggine”, cioè la pazzia, dei senesi.
Da qui raggiungo la strada, a mio avviso, più caratteristica di Siena con i suoi archi che collegano le case ai lati della strada, via della Galluzza.
Diversamente da quello che si potrebbe pensare questi archi non sono di epoca medioevale: tutti gli archi furono aggiunti ai primi dell’Ottocento per sostenere i pericolanti fabbricati posti ai lati della via, danneggiati gravemente da un terremoto di fine Settecento.
Percorro questa strada in salita con il naso all’insù che mi conduce fino al Ponte di Diacceto, che prende il nome dalle “diaccere”, ovvero delle ghiacciere, delle profonde buche scavate nel tufo che, un tempo, servivano per conservare la neve e quindi la carne. A Siena come in Toscana in generale, le parole ghiaccio o ghiacciaia, si trasformano, infatti, in “diaccio” e “diacciaia”.
Il Ponte di Diacceto mi regala una meravigliosa vista sulla Basilica di San Domenico. In realtà mi sono avventurata fin qui per entrare in uno dei vicoli più conosciuti e misteriosi di Siena, si dice che qui un tempo avvenivano “brutte e disoneste cose”: Vicolo delle Carrozze. In questo vicolo buio si commettevano numerosi “peccati”, i malintenzionati, infatti, che volevano ferire o uccidere qualcuno, vi si nascondevano di sera e con il favore delle tenebre potevano agire indisturbati.
Il vicolo prese il nome, però, dalla presenza di un albergo che rivalutò il vicolo e divenne una sorta di “parcheggio” per le carrozze e i calessi dei signori che vi soggiornavano.
Dopo tutto questo camminare, si fa subito l’ora di pranzo, decido, così, di provare uno dei prodotti più tipici dello street food senese: il Ciaccino, una focaccia bianca, dorata e croccante all’esterno e morbida all’interno, solitamente farcita con vari ingredienti, decisamente da consigliare !
BASILICA DI SAN FRANCESCO
Riprendo a camminare e tra una salita e una discesa mi sono ritrovata di fronte ad un’altra imponente basilica: la Basilica di San Francesco con accanto la vecchia sede della rinomata Facoltà di Economia.
Da qui ammiro, da una singolare prospettiva, la città, e al calar del sole, tutto diventa più magico.
La grandezza della Basilica ad una prima vista la fa sembrare vuota e spoglia, ma al suo interno, una delle sue cappelle, sono conservate le “sacre particole”: 351 ostie consacrate che, nel 1730, furono trafugate dalla Basilica di San Francesco da dei ladri, dopo appena tre giorni furono ritrovate e riportate in Basilica. Da allora, nonostante il trascorrere dei secoli, continuano a mantenersi integre come testimoniato dai regolari esami a cui vengono sottoposte, che, però, hanno ridotto le sacre particole a 223; quelle che mancano non sono state distrutte dal tempo, ma sono solo riconducibili alle tante “prove” eseguite.
Di solito quando viaggio sono solita assaggiare i piatti tipici e provare i sapori particolari del luogo, ma questa volta ho fatto un’eccezione. Per tutto il giorno mi ero imbattuta nella pubblicità di un ristorante cinese a Siena: Ravioli Wrang e così incuriosita decido di andarci per cena. Non lo avrei mai detto, ma ho provato la migliore cucina cinese assaggiata fino ad oggi in Italia. Ravioli Wrang è un locale che ti permette di fare un viaggio autentico nella millenaria cucina cinese alla scoperta dei sapori più genuini. La sua specialità sono proprio i ravioli ne vengono preparati oltre 20 tipi con numerosissime farciture e diversi tipi di cottura. Ne ho assaggiati diversi e devo ammettere che questi ravioli, fatti interamente a mano, sono speciali!
Da Ravioli Wrang tutto viene preparato con passione utilizzando prodotti freschi e dal gusto ricercato. Un’altra delle sorprese che mi regalato questa città!
Il mio weekend a Siena giunge al termine, non avrei mai immaginato questo viaggio organizzato in meno di 48 ore mi avrebbe regalato così tante emozioni: Siena ha saputo, con il suo fascino discreto, stupirmi.
Il merito di questo meraviglioso viaggio a Siena è legato, però, anche all’hotel presso il quale ho soggiornato. L’Hotel Italia in una posizione strategica nei pressi di Porta Camollia. Appena usciti dalla stazione ferroviaria, basta, infatti, attraversare i negozi della galleria “Porta Siena” percorrere la risalita a scale mobili che collega la stazione con la zona dell’Antiporta. e in meno di 5 minuti a piedi si è arrivati. Una struttura molto bella, vicina al centro storico, raggiungibile con una piacevole camminata in circa 20 minuti.
La cortesia e la gentilezza del personale hanno contribuito a farmi sentire a casa, ma la ciliegina sulla torta è stata sicuramente la ricca prima colazione, a buffet, servita ogni mattina in un’accogliente sala colazione. L’ampia scelta tra salato e dolce, con croissant, sfornati ogni mattina, le buonissime marmellate e le fondute al cioccolato al latte e al cioccolato bianco, mi hanno dato la giusta carica per iniziare alla grande le giornate alla scoperta delle meraviglie di Siena, una città che si è conquistata di diritto un posto speciale nel mio cuore !
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