Valencia è una di quelle città che basta uno sguardo per innamorarsi di lei, soprattutto quando vai alla scoperta dei suoi angoli più nascosti.
Fin dalla prima volta ho adorato l’atmosfera frizzante che si respira passeggiando tra le sue viuzze, tra edifici dal fascino antico, murales colorati e piazzette, che si animano dopo il tramonto. Una città vivace, ma mai caotica, a misura d’uomo, anche se offre tutti i servizi di una grande città, che è stata capace di conservare la sua semplicità e quella dimensione rilassata. Una città capace di colpirti per la sua luce, che ricorda tanto quella dell’Andalusia, e per il suo clima mite tutto l’anno; passeggiare tra le sue strade è sempre un piacere, perchè ti travolge con quella sua frizzante energia che ti invita ad esplorarla perdendoti alla sua scoperta.
Sin dalla prima volta, ho capito che Valencia sarebbe diventata per me un luogo speciale, uno di quei luoghi del cuore, a tal punto che mi ha spinto a tornarci ancora per scoprire i suoi luoghi più nascosti, quelli più autentici.
Oggi Valencia è uno di quei luoghi che considero “casa”. Perchè, proprio viaggiando ho imparato, che casa non è semplicemente il luogo dove siamo nati e cresciuti, non è necessarimanete un tetto e quattro pareti, ma è ogni luogo dove senti di essere nel posto giusto, di aver trovato il tuo posto nel mondo, è quel luogo che con la sua energia è capace di scaldarti il cuore e che farti sorridere ogni volta che ci pensi.
Per questo voglio portarvi alla scoperta di una Valencia nascosta, lontana dai percorsi turistici, dove amo rifugiarmi ogni volta che torno in questa città, qui dove antico e moderno convivono perfettamente.
Palacio del Marques de Dos Aguas
Non lontano da Plaza del Ayuntamiento, la piazza principale della città, si trova uno dei più belli edifici di tutta Valencia, Palacio del Marques de Dos Aguas, un palazzo settecentesco, riccamente decorato in stile rococò.
Ti colpisce subito per la sua eleganza, ti lascia senza parole dinnanzi alla sua facciata centrale e al suo portale d’ingresso: qualcosa di unico nel suo genere, una serie di decorazioni scolpite, interamente in alabastro, che culminano con la statua della Vergine, posta in una sorta di nicchia, proprio sopra l’ingresso principale.
Un palazzo nobiliare, formato da un corpo centrale con due torri laterali che contribuiscono ad amplificare l’impatto visivo che si ha non appena lo si scorge nel piccolo vicolo dove sorge. Il tutto è enfatizzato dalla presenza di inferriate alle finestre al piano terra, contrapposte alle persiane bianche delle finestre ai piani superiori, affacciate su dei piccoli ballatoi anche questi riccamente decorati.
Oggi il Palacio del Marques de Dos Aguas è sede del Museo Nazionale della Ceramica Gonzalez Marti, una delle collezioni di ceramiche più importanti non solo di Valencia, ma di tutta la Spagna. Ospita, infatti, la maggior collezione nazionale di ceramiche, che va dal VIII secolo all’epoca contemporanea e comprende anche alcuni piatti di Picasso oltre a opere giunte direttamente dalla Via della Seta.
Attraverso il piccolo cortile interno si raggiunge il bellissimo Cortile delle carrozze, qui sono conservati alcuni antichi esemplari di carrozze utilizzate dalle famiglie più aristocratiche di Valencia tra cui una della stessa famiglia Dos Aguas.
Salendo al primo piano ho quasi l’impressione di fare un salto nel passato, mi sembra quasi di entrare in uno di quei palazzi dei personaggi di una fiaba, cammino tra eleganti stanze, decorazioni e arredi originali e non posso fare a meno di immaginare come potesse essere la vita di una delle più famiglie nobili più facoltose di Valencia e sognare di partecipare ad una di quelle sfarzose feste che, un tempo, si svolgevano nell’enorme sala da ballo.
Plaza Redonda
A poca distanza dal Palacio del Marques de Dos Aguas, vi è una piccola piazza, Plaza Redonda, conosciuta dai valenciani, come El Clot (il “buco”) non solo per le sue piccole dimensioni, ma soprattutto per la sua forma perfettamente circolare.
Una piazza progettata con quattro ingressi e alla quale si accede passando sotto dei piccoli portici.
Un tempo la piazza ospitava una pescheria, col tempo fu riprogettata fino ad assumere la struttura attuale e diventare, così, principalmente un luogo di commercio dove vi arrivavano mercanti provenienti da tutto il territorio circostante.
Ancora oggi la piazza è un luogo dedito alle varie attività commerciali. Sul perimetro esterno della piazza, sotto una tettoia in legno che, gira tutto intorno alla piccola fontana centrale in pietra, con finiture in bronzo, vi sono diversi banchi fissi in legno dove si possono trovare tantissimi prodotti, dall’abbigliamento ai prodotti di ceramica, oltre agli immancabili souvenir di Valencia.
Vi sono, poi, anche, dei piccoli locali che si affacciano direttamente sulla piazza, tra cui un paio di bar e ristoranti dove fermarsi per assaggiare qualche tapas o ritrovarsi a pranzo per mangiare la paella.
Valencia è, infatti, considerata la patria della “vera” paella, a base di pollo, coniglio, fagiolini verdi e una varietà di fagioli bianchi dalla forma schiacciata; tutte le varianti, sopratutto quelle a base di pesce, la più conosciuta in Italia, qui a Valencia sono semplicemente chiamate “arroz con cosas” ovvero “riso con le cose” proprio per distinguerle dal piatto valenciano.
Mercado Colon
Meno conosciuto del Mercado Central, il Mercato Colon è ancora oggi un luogo d’incontro davvero unico, simbolo dell’architettura modernista dell’espansione del centro città degli inizi del 1900.
Situato tra il Mercado Central e il quartiere della Ruffasa, che si estende alle spalle della stazione centrale dei treni, fu fin dalla sua costruzione concepito, non solo come un mercato tradizionale dove era possibile acquistare frutta, verdura, carne e pesce, ma soprattutto come un punto d’incontro tra chi viveva in campagna e si recava al mercato per vendere i propri prodotti, e gli abitanti della città che vi si recavano per acquistarli.
Molto scenografica è la struttura metallica, formata da 9 campate che sovrasta e ricopre l’edificio, tenuta insieme da mattoni rossi e ricche decorazioni.
Appena entro ho subito l’impressione di entrare in un classico mercato tradizionale, ma non appena, imbocco le scale mobili e scendo, al piano interrato, costruito dopo la grande ristrutturazione risalente agli inizi degli anni 2000, mi ritrovo in un mercato che ha perso la sua funzione originale per lasciare spazio a un luogo di ritrovo, il luogo ideale dove trascorrere del tempo libero.
Attorno alla fontana decorativa, situata al piano interrato vengono, infatti, spesso organizzati diversi eventi di interesse culturale e artistico.
E così quello che anticamente era un mercato rionale, oggi è stato riconvertito in un luogo d’incontro (per conoscere tutti gli eventi è sufficiente consultare il sito ufficiale del Mercato Colon.)
Vi sono, poi, bar, ristoranti, birrerie e horchaterias, che accanto alla cucina tradizionale spagnola propongono anche piatti della cucina internazionale, spesso vengo qui per un aperitivo. Qui a Valencia l’aperitivo per eccellenza è senza dubbio una cerveza (birra), accompagnata dalle tradizionali patatas bravas, forse le tapas più famose della cucina spagnola, (“bravas” significa letteralmente arrabbiate, un chiaro riferimento al loro gusto piccante) delle patate tagliate a cubetti irregolari, fritte in olio e insaporite con una salsa realizzata con olio d’oliva, peperoncino, aceto e paprika. Generalmente, a Valencia, queste patate fritte fuori e morbide all’interno, vengono servite con la salsa aioli (“aglio e olio”) una salsa composta prevalentemente da aglio, olio d’oliva e limone, una sorta di maionese alla quale viene aggiunta dell’aglio, che a dispetto di quello che si potrebbe pensare è una salsa leggera e dal gusto delicato.
Il Mercado de Colon è anche il luogo ideale per ritrovarsi per bere la tipica Agua de Valencia, un cocktail dall’inconfondibile sabor valenciano, a base di cava (un vino spumante spagnolo) o champagne, succo d’arancia, vodka e gin, oppure per assaggiare, presso l’Horchateria Daniel, una bevanda, diventata l’emblema di Valencia, l’horchata, che non ha nulla a che vedere con la nostra classica orzata. Una bevanda dolce, servita rigorosamente fredda, ottenuta da la chufa, un piccolo tubero di una pianta conosciuta già ai tempi degli egizi e che probabilmente portata a Valencia dall’Egitto da parte degli arabi. Solitamente vien servita accompagnata dai fartons, anche questi dolci tipici di Valencia, simili a brioche dalla forma allungata, teneri e soffici, ricoperti da una glassa di zucchero che vanno inzuppati al suo interno.
I Giardini di Monforte
Un po’ distanti dal centro, ma facilmente raggiungibili con un autobus o con una bella passeggiata in una giornata soleggiata si trovano, quasi nascosti tra grandi palazzi dal gusto moderno, alti decine di piani, quelli che oserei definire i giardini più belli di tutta Valencia.
Una vera e propria oasi di pace che continua a conservare tutto il fascino, nonostante siano situati vicino ad uno dei punti più trafficati della città.
Il luogo ideale per rilassarsi, magari leggendo un libro su una panchina all’ombra dei suoi alberi.
I Giardini di Monforte, dal nome della famiglia che subentrò al suo creatore Juan Bautista Romero, Marchese de San Juan, sono chiamati dai valenciani anche “Hort de Romero”, in ricordo del marchese. Dalla loro progettazione risalente al XIX secolo sono rimasti, fino ad oggi, sostanzialmente invariati. Al loro interno sono custodite statue, laghetti, siepi di diverse forme, fontane ornamentali, vialetti, alberi e arbusti di vario genere.
Una parte del giardino, quella a contatto con la villa, in stile prettamente neoclassico, è ricca di statue e siepi sagomate dalle chiare forme geometriche; l’altra, quella conosciuta come il Boschetto è, invece, più naturalistica, è, infatti, possibile passeggiare immersi in una fitta vegetazione.
Tra le diverse statue dal tema mitologico, presenti nei giardini, spiccano su tutte le statue quelle di due leoni in marmo e quella del dio Nettuno, messo quasi come guardiano ad uno dei luoghi più nascosti di Valencia.
La villa di solito non è visitabile, viene aperta, solo per occasioni speciali, come eventi o matrimoni.
I giardini di Monforte sebbene siano piuttosto piccoli, rispetto ad altri presenti a Valencia, sono uno splendido esempio di come la natura e la mano dell’uomo si incontrano entrando in perfetta simbiosi.
I Giardini de la Glorieta
Nel barrio dell’Eixample, nato all’inizio del secolo scorso come quartiere della borghesia valenciana ed oggi ricco di grandi magazzini, boutique, istituti bancari, ristoranti e bar, sorgono, in una zona delle zone più trafficate della città, i Giardini de la Glorieta.
Nonostante la cura con la quale vengono tenuti i Giardini de la Glorieta, a causa della loro posizione nei pressi della grande Puerta del Mar, (una riproduzione moderna di una della antiche porte della città, la “Portal del Real” quella che un tempo era rivolta verso il mare; rispetto all’originale, è stata aggiunta, nel mezzo dell’arcata principale, una croce a ricordo di tutti caduti della guerra civile del 1936) posta al centro di una rotonda molto trafficata, rischi davvero di passarci accanto distrattamente, se non fosse per la presenza al loro interno di alcuni secolari ficus macrophylla che catturano subito l’attenzione.
Gli alberi più grandi che abbia mai visto! Dei veri e propri giganti, dalle sinuose radici aeree che elegantemente si diramano dalla tronco formando delle tortuose rientranze.
Sotto la loro ampia chioma non puoi fermarti a pensare che questi alberi sono dei testimoni silenziosi di come è cambiata Valencia nel corso dei secoli: un tempo vi passava accanto la ricca borghesia nelle loro sontuose carrozze ed oggi, invece, a poca distanza è un continuo via vai di automobili e autobus.
Barrio El Cabanyal: il quartiere dei pescatori
Alle spalle del porto si estende uno dei pittoreschi quartiere di Valencia, ma anche il meno conosciuto, El Cabanyal, facilmente raggiungibile in autobus dal centro città in circa 20 minuti. Questo barrio costeggia le lunghe spiagge cittadine, tra cui la famosa Malvarossa che si estende dall’area portuale per poi dividersi in varie zone tra cui la Playa Cabanyal (conosciuta anche con il nome di Playa las Arenas).
Uno dei quartieri più vecchi della città, che conserva tutta la sua identità storica, qui tra il dedalo delle sue stradine tutti si conoscono e i turisti si notano da lontano.
Un quartiere così diverso dalle foto alle quali si è abituati quando si pensa a Valencia, che continua a rimanere sconosciuto alla maggior parte dei turisti che arrivano in città.
Un barrio incantevole, dove tutte le scritte sono in valenciano, con le sue stradine su cui accanto alle deliziose case coloniali valenciane, alte al massimo 2 piani, si affacciano anche le casette di pescatori, dai colori sgargianti e decorate con ceramiche e piastrelle colorate, non è insolito poi trovare sulle loro facciate anche strane statue o raffigurazioni.
Se volete scoprire i segreti di questo quartiere marittimo che ha ispirato il pittore Joaquín Sorolla per a alcuni dei suoi dipinti, partecipate ad un free tour (in spagnolo), non ve ne pentirete !
Quando cammini in questo barrio ti sembra quasi di sentire aleggiare i racconti dei pescatori che un tempo l’abitavano.
Oggi è un barrio dall’atmosfera cosmopolita, che si anima non solo durante i mesi estivi, ma che viene sempre più scelto dalle nuove generazioni che riconoscono il suo alto valore culturale, infatti El Cabanyal è stato dichiarato bene d’interesse culturale della Spagna. Tanti gruppi di artisti e compagnie teatrali hanno scelto questo barrio, come luogo ideale dove avviare numerosi progetti artistici, contribuendo, così, non solo a rivalutare tutta la zona, ma anche a creare quell’atmosfera bohemien che si respira tra le sue vie.
Una delle zone che amo di più di Valencia e dove si possono trovare anche i migliori ristoranti e taberne della città, quelli dal sapore autentico, che non propongono i classici menù turistici e per questo frequentati dalla maggioranza dei valenciani. Qui si trova una delle più antiche taberne della città, specializzata in vino, la Bodega Casa Montana, uno dei migliori luoghi dove assaggiare delle ottime tapas a base di pesce, il luogo ideale dove concludere una giornata alla scoperta dei luoghi più nascosti di Valencia.
Non so quando sarà possibile, ma so che tornerò a Valencia, in questa città che con la sua doppia anima, quella antica, concentrata nel centro cittadino, e quella moderna e avveniristica dell opere dell’architetto Calatrava, continua a farmi sentire a casa.
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