Ferrara, comunemente definita la “Città delle biciclette” è una meta perfetta per un weekend fuori porta all’insegna di arte, cultura, gastronomia.
Ti accoglie con la sua atmosfera rilassata, poche auto nel centro storico, spazi vivibili, dove passeggiare senza fretta, ammirando le sue bellezze architettoniche. Una città a misura d’uomo, dalla chiara identità emiliana, distante circa 50 Km da Bologna, dove la gente lavora, ma è capace di godersi la vita. Ferrara ti colpisce per la cura riposta nel conservare le strade e i palazzi d’epoca nel loro splendore originario.
Nel 1995 l’intero centro storico di Ferrara è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall’Unesco per le sue bellezze rinascimentali giunte fino ai nostri giorni. Se non ci siete mai stati in questa mini guida potrete scoprire alcune delle principali attrattive da non perdere nella città degli Estensi.
1. Il Castello Estense
2. Corso d’Ercole I d’Este
3. Palazzo dei Diamanti
4. Casa di Ariosto
5. Rotonda Foschini
6. Statua di Girolamo Savoranola
7. Il Padimetro
8. Cattedrale di San Giorgio Martire
9. “Al Brindisi”
10. Palazzo Municipale e Scalone d’Onore
11. Piazza Trento e Trieste
12. Il campanile incompiuto
13. Museo della Cattedrale
14. Via delle Volte
15. Palazzo Costabili e il Museo Archeologico Nazionale
1.Il Castello Estense
Il Castello Estense è senza dubbio il fulcro della città, punto di partenza privilegiato per scoprire Ferrara e il suo glorioso passato. Simbolo indiscusso della città, con i suoi ponti levatoi, le quattro torri ai lati e l’inconfondibile rosso dei mattoni in cotto, sorge imponente nel centro storico di Ferrara.
E’ uno dei rari esempi di castello, con fossato circondato dall’acqua, visibile in Italia.
La prima pietra del Castello fu posata nel 1385 per volontà del marchese Nicolò II d’Este allo scopo di dotare la città di un edificio di difesa. Con il passare del tempo divenne dimora della famiglia d’Este, che ne arricchì i piani signorili con fastosi affreschi e marmi.
Per accedervi bisogna attraversare uno dei ponti levatoi, una volta all’interno, un percorso di visita articolato vi permetterà di scoprire il Castello e la sua storia, partendo dalle prigioni sotterranee con i graffiti dei prigionieri e le antiche cucine, gli ambienti più “autentici” della vita medievale.
Il percorso di visita continua attraverso gli appartamenti ducali, le ampie sale affrescate, utilizzate per i giochi e il diletto di corte, tra cui la Sala degli Stemmi, fino alla terrazza Loggia degli Aranci che ospita il “giardino degli aranci”, dalla quale ammirare una suggestiva vista sulla città.
Nelle sale del castello, inoltre, vengono allestite, periodicamente, durante tutto l’anno, diverse mostre d’arte (per tutte le informazioni potete consultare la sezione “Notizie” sul sito ufficiale del Castello Estense).
Il Castello Estense è aperto al pubblico tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle 10.00 alle 18.00.
E’ possibile anche effettuare un tour in barca (della durata di circa 15 minuti, accompagnato da una spiegazione sonora registrata in italiano e in inglese) del fossato del Castello, per ammirarlo da un insolito punto di vista: lo stesso dei Duchi d’Este quando si imbarcavano per raggiungere le Delizie, le residenze signorili dei Duchi d’Este nel Delta del Po.
L’imbarco avviene presso il cancello, situato in Piazza Savonarola (in caso di maltempo le visite non vengono effettuate).
La navigazione avviene solo nei giorni di sabato, domenica e festivi:
10:00 – 13:00 e 14:00 – 17:00 nei mesi di marzo, aprile e ottobre
10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00 nei mesi da maggio a settembre.
All’interno del Castello Estense si trova anche l’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica, dove è possibile richiedere il materiale informativo sulla città.
2. Corso d’Ercole I d’Este
Dal Castello basta attraversare Viale Cavour, per raggiungere il punto d’inizio di Corso Ercole I d’Este, uno dei viali più belli d’Europa, che conserva ancora tutta la sua anima autentica, poiché privo di negozi e attività commerciali.
Camminando lungo il corso si può ammirare la bellezza dei diversi palazzi che si susseguono uno dopo l’altro.
Tra tutti quello che colpisce di più è sicuramente il Palazzo dei Diamanti.
3. Palazzo dei diamanti
Situato al centro dell’Addizione Erculea, sull’ incrocio chiamato “Quadrivio degli Angeli” il Palazzo dei Diamanti, capolavoro del Rinascimento Italiano, era la residenza di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I.
Il suo nome deriva dalla caratteristica facciata esterna a bugnato (uno stile di opera muraria), ovvero dalle oltre 8000 bugne, a forma di piramide o di “diamante”, in marmo bianco e rosa, che ne coprono le due facciate.
La leggenda narra che una delle bugne contenga un diamante nascosto da Ercole I, in persona, appartenuto alla sua corona: solo lui ed il capomastro ne conoscevano l’esatta collocazione. Il Duca, avrebbe fatto accecare e tagliare la lingua al capomastro, in modo da tenere per sempre segreta la collocazione del prezioso diamante.
Ed è proprio il rivestimento della facciata in marmo bianco con venature rosa, che riflettendo la luce del sole, crea dei bellissimi giochi di luci ed ombre.
L’interno del palazzo rispecchia la tipica struttura dei palazzi rinascimentali ferraresi, con loggiato intorno al cortile e, al centro, un pozzo di marmo. A febbraio 2023 tutti gli spazi del palazzo, tra cui il giardino, sono stati riaperti al pubblico, dopo gli interventi di restauro e valorizzazione del complesso.
Il palazzo, oggi, ospita al piano nobile la Pinacoteca Nazionale, che conserva una collezione di eccezionale valore, con opere dal 1200 al 1700, mentre al piano terra vi è uno Spazio espositivo, in cui sono state allestite diverse mostre temporanee di alto livello organizzate dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
4. Casa di Ariosto
Poco distante dal Palazzo dei Diamanti, in via Ariosto 67, si trova la casa di Ludovico Ariosto, dove il poeta vi abitò gli ultimi anni della sua vita, fino alla sua morte avvenuta nel 1533.
Qui, Ariosto si dedicò alla terza e definitiva redazione dell’Orlando Furioso. L’abitazione, dotata di terreno e orto, fu acquistata da Ariosto dagli eredi di Bartolomeo Cavalieri, fu lo stesso poeta a fornire indicazioni sulla trasformazione della sua casa. Secoli dopo, nel 1815 il Comune di Ferrara l’acquistò l’edificio per destinarlo a sede culturale.
L’edificio, dallo stile semplice, è realizzato con mattoni a vista, il tipico cotto ferrarese. All’interno nel piano nobile è stato allestito un piccolo museo dedicato al grande poeta: vi si possono ammirare un calco del suo calamaio, la sua sedia e diverse medaglie che lo raffigurano.
Sul retro della casa, vi è un giardino che veniva curato personalmente da Ariosto, che oggi, viene, spesso utilizzato per concerti ed iniziative temporanee.
Dal 8 gennaio 2022, al piano terra di Casa Ariosto, è ospitata anche la Fondazione Giorgio Bassani: la sede è aperta al pubblico ogni sabato mattina ed ogni venerdì pomeriggio, oltre che su appuntamento (con prenotazione obbligatoria, per informazioni inviare un’email al seguente indirizzo: fondazionegiorgiobassani@gmail.com).
Io ho avuto la fortuna di essere accompagnata nella visita da Silvana Onofri, membro del comitato scientifico della Fondazione e profonda conoscitrice di Bassani e delle sue opere, la quale, attraverso dettagli ai più sconosciuti, mi ha fatto innamorare della storia di questo grande scrittore, conosciuto ai più soprattutto per il suo romanzo più famoso “Il giardino dei Finzi-Contini” edito nel 1962, dal quale nel 1970 fu tratto l’omonimo film , diretto da Vittorio De Sica.
Bassani collaborò attivamente alla realizzazione della pellicola e scrisse, anche, alcuni dialoghi della sceneggiatura, ma quando la vide realizzata, prese le distanze dal film.
La Fondazione Giorgio Bassani, nel rispetto della volontà testamentaria dello stesso Bassani, è nata nel 2002 per mantenere viva la memoria dello scrittore scomparso a Roma nel 2000, oltre che per diffondere la conoscenza delle sue opere in Italia e nel mondo,
Nelle stanze della Fondazione, oltre allo studio in cui Bassani ha composto la maggior parte delle sue opere, sono esposte la sua macchina da scrivere, diversi oggetti personali, ed anche un ritratto di Bassani, realizzato da Franco Gentilini nel 1947, da poco restaurato.
Presso la fondazione è conservata anche la Biblioteca di Bassani (oltre 4000 volumi che vanno dagli anni della sua formazione (con la rara collezione di libri del nonno materno Cesare Minerbi, di professione medico, e annotazioni dello stesso Bassani), alla piena maturità (riviste letterarie, libri con dediche di autori, prime edizioni delle opere di Bassani, dei suoi amici e degli scrittori da lui lanciati quando era redattore di Botteghe Oscure e di Feltrinelli) da lui donata alla figlia Paola nel 1970, in occasione del matrimonio con Lucien Pacht.
5. La Rotonda Foschini
Nell’angolo opposto al Castello Estense vi è uno dei luoghi magici di Ferrara, un piccolo cortile ovale da ammirare con il naso all’insù.
Un luogo che esprime tutto il suo fascino con il calare del sole: quando la luce solare lascia il posto al buio serale. L’illuminazione che è stata aggiunta crea un’atmosfera unica.
La rotonda è stata dedicata ad Antonio Foschini, uno dei due progettisti del Teatro Comunale di cui è parte integrante.
La rotonda nacque come luogo di passaggio delle carrozze dell’epoca. Oggi è stata chiusa al traffico, trasformata in zona pedonale ed utilizzata, spesso, per manifestazioni.
E’ possibile accedervi attraverso i due ingressi posti sui lati del teatro: Corso della Giovecca e Corso Martiri della Libertà.

6. La Statua di Girolamo Savonarola
Costeggiando il Castello, lungo Corso Martiri della Libertà, ci si ritrova ai piedi di un’imponente statua di fine ottocento, realizzata in marmo di Carrara e in marmo rosso di Verona, che raffigura il frate Girolamo Savonarola in atteggiamento predicatorio, erto su una catasta di legna che allude al rogo su cui fu fatto morire.
Il frate nato a Ferrara nel 1452, fu, infatti, impiccato e bruciato sul rogo come eretico, poiché aveva scritto due componimenti dedicati alla corruzione dei costumi della società e della Chiesa.
Gli scritti di Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa solo nei secoli successivi, fino a essere inseriti nei più importanti trattati di teologia. Nel 1997 è stata, anche, avviata la sua causa di beatificazione, ad oggi non ancora conclusa.
7. Il Padimetro
Poco distante dalla statua di Savoranola, su una colonna di un edificio del centro storico si trova il Padimetro un monumento che non sta ad indicare come tanti erroneamente credono il livello raggiunto dall’acqua, nel centro di Ferrara, durante le alluvioni, bensì segna tutte le varie altezze a cui è arrivato il livello del fiume Po durante le sue più gravi piene.
La più imponente e devastante fu nel 1951, in cui il Po raggiunse 8 metri e 51 centimetri!
8. Cattedrale di San Giorgio Martire
La Cattedrale di San Giorgio Martire con la sua grandiosa facciata, dalla particolarissima struttura a tre cuspidi, realizzata marmo bianco ed ornata da colonnine romaniche ed archi gotici, domina imponente la piazza.
La sua realizzazione, iniziata nel 1135, porta su di sé, sia sulla facciata che all’interno, i segni di tutte le epoche storiche che Ferrara ha attraversato nel corso dei secoli, e che l’hanno resa un edificio unico nel suo genere.
La Cattedrale di Ferrara, che i ferraresi chiamano il “Duomo”, è stata gravemente danneggiata del terribile terremoto che nel 2012 scosse l’Emilia Romagna. Per riportarla all’antico splendore, a partire dal novembre 2018, è stata chiusa al pubblico per oltre tre anni.
Il 28 ottobre 2022, sebbene i lavori di restauro non siano ancora terminati, con un terzo della facciata ancora coperta da impalcature, è stata riaperta al pubblico, con una mostra multimediale che illustra le operazioni di restauro e recupero degli otto pilastri portanti dell’edificio, allestita nell’area che occupa l’intera navata centrale e si sviluppa tangente all’area del cantiere.
Permane, infatti, l’impossibilità della celebrazione delle Messe che continueranno ad aver luogo nella Basilica di San Francesco. È possibile per i fedeli fermarsi in preghiera solo davanti all’altare della Madonna delle Grazie, mentre tutto il resto del duomo resta ancora cantiere.
Del complesso della Cattedrale fa parte, anche, il campanile rinascimentale, in marmo bianco e rosa, attribuito a Leon Battista Alberti che si affaccia su Piazza Trento e Trieste. Nella piazza della cattedrale si trova anche la cinquecentesca Torre dell’Orologio, con i suoi due archi che la fiancheggiano, è forse l’accesso più bello a Piazza Trento e Trieste.
La torre risale al 1500 e prende il nome dall’orologio che la sovrasta con il suo quadrante luminoso, risalente al 1864.
9. “Al Brindisi”
In un vicolo adiacente alla Cattedrale di Ferrara, in via degli Adelardi, si trova l’enoteca più antica del mondo, in origine chiamata”Hostaria del Chiuchiolino”, un locale da Guinness dei primati, dichiarato, anche, Locale Storico d’Italia.
La prima documentazione scritta, infatti, risale al 1435, tra i personaggi illustri che la frequentarono vi furono lo stesso Ludovico Ariosto, oltre a Torquato Tasso.
Nel 1400 si arrivava al locale, situato in via del Gorgadello, l’attuale via degli Adelardi, in barca. La via era chiamata, così, in quanto vicina a una piccola insenatura o “gorgo”, creato da uno scolo dell’acqua piovana, che ne favoriva l’approdo.
Oggi il locale è un’apprezzata enoteca dove è possibile gustare ottimi piatti e spuntini della tradizione culinaria ferrarese, tra cui i cappellacci al burro e salvia e la salama da sugo (un salume di carni di maiale, tipico della provincia di Ferrara; da consumare dopo cottura) accompagnati da un’ampia varietà di vini, tra cui degli ottimi vini locali poco noti ai più, come i vini del Bosco Eliceo o vini delle sabbie, prodotti proprio nella zona orientale della provincia di Ferrara, a Comacchio e nelle zone costiere di Lidi.
Al primo piano dell’edificio, sopra l’attuale enoteca, vi sono i locali dove compì gli studi Niccolò Copernico, astronomo, matematico e religioso polacco, laureatosi in diritto canonico a Ferrara nel 1503.
Nel 1973, in occasione dei cinquecento anni dalla nascita di Niccolò Copernico, il Cardinale polacco Wiszinsky fu accompagnato a Ferrara dal pontefice Karol Wojtyla, i quali per visitare i locali abitati dall’illustre polacco passarono proprio attraverso l’enoteca Al Brindisi.
Ritornando nei pressi della Cattedrale passando sotto l’arco (il Volto del Cavallo) posto proprio di fronte alla Cattedrale che funge da ingresso alla Piazza Municipale dominata dal Palazzo Municipale.
Il Volto del Cavallo è fiancheggiato da un lato da una statua equestre del Marchese Niccolò III, dall’altro da quella del Duca Borso d’Este seduto. Attualmente le statue in bronzo sono delle copie seguite nel 1927, gli originali furono distrutti alla fine del 1799 durante l’occupazione francese.
Sotto il Volto del Cavallo è possibile ammirare lapidi marmoree pensili a muro che ricordano importanti avvenimenti storici, affinchè siano d’esempio alle generazioni future.
10. Il Palazzo Municipale e lo scalone d’onore
Il Palazzo Municipale presenta elementi gotici medievali, con forti ritocchi derivanti dalla rivoluzione rinascimentale di cui Ferrara era una delle maggiori ispiratrici.
L’attuale facciata esterna è una ricostruzione neo-medievale degli anni Venti del secolo scorso, a cui è stata aggiunta la Torre della Vittoria.
Al palazzo vi si accede tramite l’imponente Scalone d’Onore, opera dell’architetto Pietro Benvenuto degli Ordini, il quale progettò anche la piazza, oggi piena di bar e negozietti.
Accanto allo Scalone sono visibili le finestre di marmo dell’appartamento in cui visse Lucrezia Borgia.
11. Piazza Trento e Trieste
Oltrepassando nuovamente il Volto del Cavallo, ci si ritrova a due passi dalla piazza principale di Ferrara, Piazza Trento e Trieste, l’antica piazza delle Erbe (per il mercato che vi si teneva qui, un tempo). Cuore pulsante della città, movimentata e piena di storia.
La piazza risale al Medioevo quando venne costruita la nuova cattedrale dedicata a San Giorgio e attorno si concentrarono le sedi del potere religioso, civile, oltre a quello della famiglia che deteneva di fatto la signoria di Ferrara.
Nella piazza oltre alla Cattedrale di San Giorgio, vi sono il Palazzo della Ragione (sede originaria del tribunale di Ferrara, più volte modificato definitivamente demolito dopo l’incendio che lo distrusse nel 1945, l’attuale palazzo fu realizzato su progetto di Piacentini), la Torre della Vittoria che completa l’edificio del Palazzo Municipale, (costruita negli anni venti del fascismo ferrarese, su modello trecentesco, in stile gotico e con materiali che ricordano il Castello Estense), la Loggia dei Merciai che corre sul lato meridionale della Cattedrale dove, un tempo, avevano bottega i mercanti di stoffe e lana, oggi, comunemente, chiamata dai ferraresi i “Portici del duomo” ed, infine, il campanile incompiuto, dalle linee classiche, attribuito a Leon Battista Alberti.
Sempre sulla Piazza Trento e Trieste affaccia la ex chiesa di San Romano, attuale sede del Museo della Cattedrale. Per ammirare una splendida vista dall’alto sulla piazza entrate nella libreria “Il Libraccio” e salite al secondo piano, non ve ne pentirete!
12. Il Campanile incompiuto
Il campanile della Cattedrale di Ferrara, di epoca rinascimentale, è alto 45 metri. Iniziato nella seconda metà del XV secolo, su probabile disegno del celebre architetto, Leon Battista Alberti, è pressoché l’unica costruzione ferrarese realizzata interamente in pietra. Venne ultimato solo nel secolo successivo anche se non in maniera definitiva, è rimasto, infatti, incompiuto.
Posizionato nel lato sud della Cattedrale, costruito con laterizio e rivestito in pietra calcarea (bianco e rosso di Verona), si ispira ai modelli della classicità romana.
13. Il Museo della Cattedrale
Per scoprire il progetto originario del campanile e sapere quale sarebbe stato il suo aspetto una volta terminato, è d’obbligo una visita al Museo della Cattedrale. Qui si trovano tutti i progetti che si sono susseguiti nel tempo per completarlo.
Nel museo, ubicato nella ex chiesa di San Romano, in via San Romano, di cui resta un pregevole chiostro, attorno al quale sono disposte alcune sale del museo e la biglietteria, vi sono conservati anche alcuni capolavori provenienti dalla cattedrale, come delle magnifiche formelle a rilievo medievali, oltre a degli splendidi arazzi cinquecenteschi e sculture tardo gotico e rinascimentali.
Il capolavoro più sorprendente è la Madonna della Melagrana di Jacopo della Quercia, ritenuta uno dei massimi capolavori della scultura italiana del Quattrocento concepita come un’opera fuori dall’ordinario a causa delle sue notevoli dimensioni e per la sua straordinaria qualità.
La scultura, oggetto di grande venerazione da parte dei ferraresi, è chiamata anche Madonna del pane perché nel Rotolo della Legge che il Bambino Gesù stringe nella mano si riconosce la caratteristica forma del tipico pane ferrarese, la coppia.

Allontanandosi dal cuore del centro storico di Ferrara ci si dirige in quello che era il cuore medievale della città: Via delle Volte.
14. Via delle Volte
Una strada rettilinea, stretta ed angusta, che crebbe lungo quello che era l’originario argine del Po’, deviato poi nel 1152.
La via prende il nome dalle numerose volte sospese, che la attraversano e che collegavano le botteghe artigiane ai magazzini presenti lungo il fiume che al tempo era navigabile.
Le volte sostenevano dei corridoi di passaggio e dei collegamenti tra gli edifici posti ai due lati della strada.
Grazie a questi collegamenti sopraelevati i mercanti potevano accedere direttamente ai loro magazzini e alle loro navi senza uscire all’aperto e passare attraverso quella che era una delle vie più malfamate di Ferrara, affollata di artigiani di giorno e banditi e prostitute di notte.
Di notte, infatti, la strada cambiava veste, e come viene riportato dagli scrittori locali, diventava la via dei bordelli.
Lo stesso Giorgio Bassani, nel suo libro “Il Giardino dei Finzi Contini” ambientato all’epoca del fascismo a Ferrara descrive Via delle Volte come: “priva di marciapiedi, il ciottolato pieno di buche, la strada appariva anche più buia del solito. Mentre avanzavamo, quasi a tentoni, e con l’unico aiuto, per dirigerci, della luce che usciva dai portoni socchiusi dei bordelli…”.
Camminare per questa strada, con il suo ciottolato di sassi di fiume, i mattoni rossi delle costruzioni, sembra di fare un salto nel medioevo.
Oggi nella strada di trovano tanti ristoranti di cucina tipica dove degustare le prelibatezze locali, tra questi da citare sicuramente “Il mandolino” dove in un’atmosfera da trattoria tipica, con travi in legno che ricreano quell’atmosferica calda e moltissimi quadri ai muri, si possono assaggiare piatti genuini come i famosi cappellacci di zucca al ragù.

A due passi da Vie delle Volte, tra vicoli antichi, circondati da locali e ristoranti, si trova anche il Cinema Apollo, un singolare cinema, visto che fa parte dell’ ex chiesa di San Giacomo. La chiesa probabilmente fu fondata dalla famiglia dei Pagani, che aveva tra i suoi antenati il primo Gran Maestro dei Templari, fra Ugo dei Pagani, il quale secondo recenti studi, sarebbe stato sepolto proprio nell’antica chiesa.
15. Palazzo Costabili e il Museo Archeologico Nazionale
Il cinquecentesco palazzo tradizionalmente attribuito al duca di Milano, Ludovico Sforza, detto il Moro, in realtà appartenne al suo segretario Antonio Costabili, da cui prende il nome, personalità di spicco alla corte del duca Ercole I d’Este.
Diversi proprietari si succedettero dalla fine del XVI secolo in poi, frazionando e modificando l’edificio, fino a ridurlo in uno stato di grave degrado.
Negli anni Venti del secolo scorso il palazzo fu acquistato dallo Stato e dopo un lungo restauro dal 1935 divenne sede del Museo Archeologico Nazionale per accogliere il materiale proveniente dalla necropoli etrusca di Spina, nucleo urbano situato nel delta del Po, la cui ricerca aveva dato luogo ad un vero e proprio giallo archeologico, infatti, sebbene venisse narrata negli scritti di greci e romani, sembrava non esserci più tracce.
Fu solo nel 1922 durante la bonifica delle Valli di Comacchio che furono rinvenute oltre 4000 sepolture con relativi corredi funebri, manufatti in oro ed argento, terrecotte e bronzi di fattura greca, fini lavorazioni che testimoniano la grandezza della città etrusca di Spina e dei collegamenti che aveva in tutto il Mediterraneo.
Visitare il Museo Archeologico di Ferrara tra le sue sale affrescate, tra cui la Sala delle Carte Geografiche, sulle cui parete sono state riprodotte carte geografiche tratte da atlanti e cartografia storica, editi tra il Cinquecento e i primi decenni del Novecento volute dal primo direttore del Museo, Salvatore Aurigemma, che volle porre l’attenzione del visitatore sul territorio del delta del Po, dove sorgeva l’antica Spina, e delle Valli di Comacchio, dove la bonifica permise la scoperta della grande necropoli etrusca).
Altra sala degna di nota è la Sala del Tesoro, la più famosa del palazzo, in origine destinata forse a sala da musica o a biblioteca). Visitare il museo ti permette di fare vero e proprio salto nel tempo, alla scoperta dell’antica città di Spina.
La visita al museo si conclude nell’ampio giardino straordinario esempio di giardino formale storico. Non si tratta in realtà del giardino originale, ma di una realizzazione, degli anni Trenta del secolo scorso, frutto di una ricostruzione immaginaria di un giardino rinascimentale.
La visita al Museo Nazionale di Ferarra è anche il luogo ideale per salutare questa città, elegante che tra i ciottoli delle sue vie che trasudano di storia e il rosso dei mattoni dei suoi palazzi, è capace di farti sentire a casa.
Se volete scoprire a colpi di pedale, come un vero ferrarese, i luoghi più emblematici di Ferrara unitevi a tour in bicicletta.
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